PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 5 dicembre 2011

14 - Su Brooklyn, Little Italy, un pranzo e il giro del mondo in 15 minuti

5 set, 10:21 m.


La linea D della metro è entrata a Brooklyn passando sopra il Manhattan bridge.
 Sul ponte, le corsie delle auto, quelle protette per le biciclette e per i pedoni.

 Se ho contato bene, dovrebbero essere 8 fermate; ma non è affatto vicinissima la stazione dove mi aspetta l'amico che mi ha invitato a pranzo.
Brooklyn, infatti, è enorme, molto più estesa di Manhattan. 


La metro passa davanti ad un salone di auto usate della Polizia.
 Sono lì, tutte bianche (ridipinte) o grigie (ex auto "civetta").
La referenza, in questo caso - intuisco - non è affatto buona. "Sono praticamente rottami - mi conferma l'amico -; il motore rischia di essere agli sgoccioli. Anche se però magari te la cavi con due o tremila dollari" (1400-2100 €uro).


Sono dunque invitato a pranzo: mi inquieta un po' non sapere cosa mi toccherà mangiare.
Cucina la moglie americana dell'amico, "italiano doc": "Non sapeva nemmeno fare un uovo, figurati la pasta!", mi dice il marito.
"'Namo bbene...", penso.


Prima si fa un giro nella 18a Ave, il cuore della Little Italy di Brooklyn, che qui prende il nome di Cristoforo Colombo Boulevard.
Una vera "piccola Italia" rimasta immutata nel tempo.
Ci ero già stato l'anno scorso: lì c'è il circolo "Santa Maria del Soccorso", la "Società Figli di Ragusa", qui a settembre si fa la festa di Santa Rosalia, qui ci sono tricolori (accanto a bandiere stelle-strisce) dappertutto.

C'è un negozio di vestiti che fa i saldi per il "labour day", che cade domani, lunedì.
Annoto un paio di offerte, da infarto.
- Magliette polo maniche corte da 3 a 5 dollari (che significano da €2,11 a €3,5!!). 

- Giubbetto invernale della Polo (con l'interno in flanella) $29,99 (€21,16).

- Due - dicodue! - paia di jeans Wrangler $20 (€14,11).

- Uno solo $12,99 (€9,16).

E se 9 €uro vi sembran troppi, potete sempre optare per i "Domani Jeans" (?) che costano ben $9.99 (€7.05!).

E lo so, non ci credete.
 Avrei dovuto fare le foto...


Ma qui, sulla 18 Ave di Brooklyn, sul Cristoforo Colombo Boulevard, c'è soprattutto la pasticceria Villabate-Alba, una vera istituzione .
Oggi, domenica, c'era la coda fuori.

Entrando si sentono saluti in siciliano, in napoletano, in calabrese.

 Mi viene un colpo quando la signora mi riconosce: "Guarda chi c'è: il giornalista dall'Italia!", dice ad alta voce sorridendo. E tutti che si girano...
 Un po' mi vergogno come un cane, un po' faccio la ruota come un pavone, un po' la cosa, sinceramente, mi emoziona. E' passato un anno, porca miseria, e lei si ricorda... 
"Quest'anno senza fidanzata? - mi chiede - E le altre sue amiche come stanno?".

Ok, è pur vero che l'anno scorso sono stato un po' ruffiano: mostrandole la pagina del suo sito che avevo stampato prima di partire e che mi ero portato dietro, le dissi (ma era vero!) che ero venuto apposta a Brooklyn per assaggiare le sue paste, le sue pizzette e i suoi gelati.
Non ricordo quanta roba ci offrì, l'anno scorso.
 Quest'anno ho accettato solo un caffè.


Usciamo con un po' di gelato e di coni per il dopo pranzo. Mi erano venuti a prendere in due alla stazione: il mio amico Antonio e Sal, un suo conoscente.
Sal (che poi sarebbe Salvatore...) ha una macchina enorme con la bussola digitale sullo specchietto retrovisore, semmai si dovesse perdere a Broccolino.

Chiacchieriamo del più e del meno, e io chiedo di tutto. Mi rendo conto di parlare sempre di soldi: per fortuna sono certi che io non sono un agente delle tasse! 
E così mi dice che le classiche villette (del New Jersey, dove sono andati ad abitare tutti i figli degli immigrati di Brooklyn, quelle classiche a due piani, con il giardinetto, il garage doppio e il retro con il prato per fare il barbecue) costano dai 250mila ai 400mila dollari (e cioè da 176.000 a 282.000 €uro).

Poi mi racconta che lui è arrivato qui negli anni '80, in nave, dalla provincia di Agrigento.
 A New York, a Brooklyn, Sal era stato sei mesi, per poi fuggire inorridito e tornare in Sicilia.
Dopo tre mesi ci ripensa su e decide di fare un altro tentativo .
Attraversa ancora l'oceano e da solo inizia a fare lavori e piccole riparazioni edilizie, e poi mette su una piccola ditta artigiana di ristrutturazioni. "Rimettiamo in sesto le case, le ampliamo, cambiamo gli impianti... Insomma, ce la caviamo e gli affari vanno bene, anche se da quattro anni c'è stato un calo. Ora le cose iniziano ad andare un po' meglio...".

Ha tre figli che vanno tutti all'università. Uno a New York, uno al Mit di Boston e uno a Berkeley, in California. "Mi costa un occhio, ma sono delle teste così, i miei ragazzi!", mi dice con orgoglio, lui che forse non ha nemmeno la terza media.


Poi entriamo a casa di Antonio, dove la moglie americana aveva preparato intanto il pranzo.
Per la verità era in salotto, a guardare l'ennesima replica di Greese. 
Mi accoglie una divertente discussione in americanapoletano sul fatto che lui (che si era fissato di fare la "paglia e fieno") non si era accorto che le due paste - quella bianca e quella verde che aveva comprato - avevano tempi di cottura differenti.
 
Mezzo chilo di pasta per tre mi sembra francamente troppo: ma lui, prima di venirmi a prendere, si era fatto la partita con gli amici, e aveva una fame da lupo.
Tutti i miei timori svaniscono quando vedo la pasta (Valledoro, siciliana trafilata al bronzo) e sento il profumo del sugo. "Tre ore, ha cotto con le braciole", così come vengono chiamati qui gli involtini che mi hanno messo sul piatto dopo una porzione colossale di tagliatelle.
 
E mi ero dimenticato il gelato della pasticceria Villabate e un altro caffè, ovviamente!
Non ho parole...
 Se dire "basta", in queste occasioni in Italia è difficile, qui nella casa di un immigrato italiano a Brooklyn, è impossibile. Se nelle prossime ore sentirete dall'Italia un'esplosione, sono io da New York, e non Al Queda, tranquilli...


L'appartamento di Antonio è uno dei tre della villetta: una camera da letto, un sala da pranzo attigua alla cucina, un soggiorno dove c'è la mega-televisione (sempre con John Travolta e Olivia Newton-John che se la cantano) e una stanza più piccola attrezzata a palestra: una cyclette, un punginball, una scrivania con computer.
1200 dollari al mese, 847 €uro.

 Lavorano tutti e due: lui 650 dollari netti la settimana (ha assicurazione e contributi previdenziali pagati) lei in un salone di bellezza di un grande albergo e guadagna 30 dollari l'ora. 

La sua mi sembra una storia incredibile, inconcepibile in Italia.
 Lei, fino all'anno scorso era una dei responsabili dell'ufficio personale di una grande azienda. "Lavoravo un casino", mi dice in un italiano che fa morire dal ridere, "anche 12-14 ore al giorno. Ma soprattutto mi ero stancata di licenziare".
 Non ha più retto alle reazioni dei colleghi: perché era lei che doveva comunicare la notizia. 
E così, un giorno, è stata lei a comunicare alla sua azienda che se ne andava.
A fare, appunto, l'estetista in un albergo ma anche la truccatrice per il cinema. "Ora sì che mi diverto molto di più!",  mi dice prima di andare a vedere il finale di Grease...


Usciamo di casa: due ragazzi giocano a baseball sulla strada ("Giocano sempre qui, davanti alla mia macchina. Se me l'ammaccano li ammazzo!") mentre incurante di loro un anziano cinese fa Tai-Chi sul marciapiede, modellando lento con braccia e gambe disegni indecifrabili nell'aria. 
Sopra di lui, su un filo della luce, penzolano un paio di scarpe: un voto d'amore, penso io romanticamente. "Il saluto all'anno scolastico", mi dice l'amico; ma so che spesso quelle scarpe appese hanno significati differenti. Casuali o incomprensibilii ai più.
L'ultima tappa a Brooklyn è nel locale di un amico di Antonio, appena inaugurato. Si chiama "Panino Rustico", ed è aperto dalle 6 del mattino alle 10 o alle 11 di sera (tranne la domenica, che apre alle 8 e chiude alle 20).
Nuovo di zecca, questo posto: Frank ha impiegato sei mesi a rivoltarlo come un calzino, a ristrutturarlo. Tutto è nuovo. E' nato qui Franco/Frank, capisce tutto ma non sa parlare italiano. Solo un po' di napoletano stretto.
 
Chiedo (sorrido) quanto paga al mese per il locale: 1700 dollari, mi dice, ma in cambio della ristrutturazione ha raggiunto l'accordo con il padrone che non pagherà l'affitto per un anno.
Sfoglio il menu: una bruschetta - letteralmente gigantesca - viene $1,99 (1€ e 40 cent), ma la cosa che va di più è il mega piatto con quattro di quelle bruschette, $6,99 (5€): vi raccomando quella cipolla dolce e caciocavallo; quella fagioli, parmigiano reggiano e olio al tartufo; quella asparagi, pomodoro, cipolla rossa e olio d'oliva o la bruschetta alla frittata, caponata e formaggio fuso.

Se non si vuole esagerare c'è sempre un semplice piatto (enorme) di mozzarella, pomodoro crudo e basilico: $7,99 (5,63€). 
Un panino (praticamente mezzo filone) costa $8,49 (6€), e la farcitura più "dietetica" è quella con porchetta e rucola (altrimenti potete optare per quella con salmone affumicato, formaggio fuso, cipolla rossa e olio al tartufo).
 Una lattina di Coca viene $1.49 (1 € e 5cent)
. Qui sono stato obbligato a prendermi il terzo espresso della giornata (viene venduto a $1,99, €1,40). 
Ora capirete perché sono quasi le 2 e sono ancora sveglio...


In vetrina una locandina annuncia il prossimo concerto di Rita Berti - "The First Lady of Neapolitan Music in America!" a Brooklyn.

Lascio "Panino Rustico" e Brooklyn mentre gli Eagles cantano "Take it easy" con Frank che mi saluta orgoglioso dicendomi che questo locale era l'obiettivo della sua vita.


Bastano 15 minuti di metropolitana, a New York, per fare il giro del mondo.
 Dall'Italia di Villabate Alba, della casa di Antonio  e di "Panino Rustico", ecco che la metro D mi porta in Cina. 

La stazione di Grand St. si trova in piena Chinatown di Manhattan, dove non c'è quasi una scritta in inglese: persino il McDonald's, di inglese, ha solo la "M". 
Passo davanti al Huang Da Xian, tempio taoista dal quale esce musica cinese. 
Cerco di entrare ma una addetta mi fa cenno che sono arrivato tardi: peccato, in bella vista c'era una cesta circondata da candele accese e cesti di frutta con foglietti della fortuna da prendere.
 Solo 1 dollaro.


Oggi dev'essere stata la giornata dei matrimoni: ne conto almeno 5, passando davanti ai ristoranti dove si svolgono i pranzi. Me ne accorgo perché fuori ogni ristorante espone la gigantografia degli sposi.
 
Passo davanti ad un fioraio: 24 rose,10 dollari; 5 girasoli 6 dollari; un mazzo di lilium 5 dollari. Rispettivamente 10, 4 e 3,50€.
 Avere un pensiero gentile e fare felice qualcuno costa davvero poco, a New York.

Per arrivare al mio ultimo obiettivo della giornata passo dalla zona dei palazzi istituzionali, con il tribunale, la cui scalinata viene sempre ripresa nel telefilm Law & Order.

Poi ecco Ground Zero.
Ricordo quando andai, nel 2000, a cena in cima ad una delle Torri Gemelle.
E poi ricordo tutto il resto.
Tutti ci ricordiamo dov'eravamo in quel momento, quando abbiamo saputo cosa era successo a New York.

Conto i piani costruiti della torre più bassa: per ora siamo a 36. 
La torre principale questa sera ne aveva 62, se non ho contato male.
 Dovrà arrivare a 104 piani.

Sarà alta 1776 piedi, come l'anno della Rivoluzione Americana. 
Che saranno poi 541 metri, contro i 415 "di prima".

 Quando il mondo era diverso. 


Sui marciapiedi ci sono sempre ricordi delle vittime o doni per loro: foto, libri, pupazzetti.
Questa sera, appoggiata al muro, c'era anche una lettera sulla cui busta una calligrafia infantile aveva scritto "Happy Birthday, mum", "Buon Compleanno, mamma", con un piccolo fiore rosso disegnato.


Chissà quanto amore doloroso di bambino, contiene quella lettera...
Caccio dentro le lacrime e vengo verso casa.

1 commento:

  1. Esatto!
    Sorrido...

    dario.celli

    #1 11:16, 05 settembre, 2011
    tipico pranzo della domenica del paese.. praticamente abbiamo mangiato la stessa cosa: il sugo con le braciole (involtini di carne con prezzemolo, aglio e sale).
    g.

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