PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 5 dicembre 2011

12 - Sul cibo, su un "meetup", una donna della provvidenza
e un filmaker che fa la pizza al taglio

2 set, 7:36 m.


Sono giornate, queste, dedicate a grandi passeggiate e, ancora, alla conoscenza di persone nuove. 

A New York passeggiando si macinano davvero chilometri (decine?) e la fame si fa sentire presto. E a proposito di fame non c'è luogo comune più assurdo secondo cui a New York si mangia male e praticamente si può mangiare solo al McDonald's.

 Oggi mi sono infilato in un "deli" (sono normalmente gestiti da pachistani o indiani) che, al centro del negozio, ha un bancone con il cibo già cotto e riscaldato a "bagnomaria".
 Certo, non è come mangiare a casa della mamma, ma c'è la possibilità di prendersi da sé cosa si vuole. Ho cercato di mantenermi leggero (ahò, che ridete??) e mi sono messo nel contenitore semplicemente riso in bianco e pollo, che poi ho consumato al tavolo insieme ad una Coca in lattina. Naturalmente c'erano anche altre carni (tipo spezzatino) o verdure di ogni tipo, crude o cotte. Immancabile la pasta (dall'aspetto poco raccomandabile) e altri cibi difficilmente identificabili...
 Certo, il riso un po' scotto e scondito - ma bastava condirlo! - forse non era un "superfino Carnaroli", ma per 5,35$ (3,74€uro) Coca Cola compresa e lo stomaco soddisfatto cosa volete pretendere?
Nel pomeriggio mi sono diretto di gran lena verso il bar "Veloce", dove si sarebbe svolto un "meetup".
Non sapevo cosa fossero i "meetup" (grazie dunque all'amica Amy!).
Forse la spiegazione per molti di voi sarà inutile, ma si tratta, in sostanza, di persone con gli stessi interessi che si incontrano per chiacchierare del più e del meno...
 C'è un sito che, dopo l'iscrizione, segnala appunto il ritrovo degli aderenti alla tua stessa "pagina", nella città che interessa.

La pagina http://www.meetup.com/expatitalian-46/events/31913862/ si chiama, per esempio, "New York Italian Expats (e amanti della lingua italiana)".
Oltre a Juan, il creatore e animatore del gruppo, alla fine eravamo in sette-otto.
Una giovane insegnante (americana) di italiano, una ragazza anche lei americana che lavora al famoso zoo del Bronx come "Manager Communications & special projects" - così c'è scritto nel suo biglietto da visita - un simpaticissimo romano che ha però abitato negli ultimi anni nel nord Italia prima di trasferirsi a New York per fare alla Ibm il "Researcher Semantic Analysis and Integration" (una testa pazzesca!), una dipendente della rappresentanza permanente all'Onu della Repubblica di San Marino, una milanese che mi pare d'aver capito lavora nel settore (o in un negozio...) moda, e altri dei quali non ho il biglietto.

Lo so, dovrei frequentare gli "amanti della lingua inglese", ma suvvia, siate buoni... Già, perché lì si parlava esclusivamente italiano. E con persone (giovani, intorno ai 30 anni, direi, ma anche di meno) che l'italiano lo parlavano davvero alla perfezione, a parte un giovane di Portorico che lo sta studiando da poco. 
Dunque mi sono trovato in mezzo ad un gruppo di persone che dell'Italia adorano tutto: lingua, cibo, città, carattere degli italiani, mari, laghi e montagne... (Su Berlusconi non si sono pronunciati, se il risolino lo consideriamo una "non dichiarazione").
 Mi sono accorto che davvero tutto è relativo, dunque.
Argomenti di conversazione: cosa si fa in Italia, dove si abita, cosa si è visto, i musei, l'arte, la musica, cosa si sognerebbe di fare, in quale città italiana e così via. 
Poi, ovvio, si fanno i confronti e si passa a cià che fanno loro qui negli Usa. 
E qui, devo dire, la loro passione smisurata per l'Italia li induce ad essere assai indulgenti. 
(A proposito: ho imparato una parola nuova. "Freeze": il verbo che si usa per indicare il computer che si è "impuntato". Problema che non riguarda, è stato fatto notare, chi ha il Mac, visto che non si "impunta" mai...) :-P
E proprio mentre stavo raggiungendo il bar dell'appuntamento sono passato davanti alla pizzeria n. 28, gemella della mia preferita di fronte a casa.
 E' lì ho attaccato bottone con Andrea.
 Torinese, masso-fisioterapista e cameriere a New York, è qui da sei mesi e ha il visto da studente, per ora. Ma vorrebbe mettere a frutto in America quello che sa fare.

A New York funziona molto il "network", la rete di conoscenze di altri, conoscenze e segnalazioni che ti possono essere d'aiuto.
 E così ho sorriso vedendo i suoi occhi spalancati quando gli ho detto che forse conoscevo la persona giusta che avrebbe potuto essergli utile.


L'avevo conosciuta 12 anni fa, quando ero venuto a Ny a seguire un corso di inglese.
Pina Ascoli è una "istituzione" per gli Italiani di New York.
 Sulle sue spalle, da 30 e più anni, si regge l'Acim, l'American Committee Italian Immigration, una associazione legata alle Acli.
 Lei sa tutto degli italiani di New York e dà consigli a tutti: conosce la loro storia, conosce chi è clandestino, chi lo è stato, risolve complicati problemi burocratici legati all'equiparazione di documenti qui, o al ricongiungimento delle pensioni.
 Non si ricordava di me (d'altronde quanti italiani saranno passati nel piccolo ufficio delle Acli di New York?), ma si ricordava benissimo delle persone che mi aveva presentato, visto che volevo fare delle interviste a giovani italiani da poco a Ny... 
Ci racconta, divertita, di un signore di 48 anni ('tacci sua, più giovane di me...) che lei ha aiutato 15 anni fa, quando arrivò in "braghe di tela" (cit.), e che ora ha 15 (nel senso di "quindici") ristoranti.
Ormai in età da pensione, continua per passione il suo lavoro, seppur non tutti i giorni.
 Ha due figlie: una in Olanda e una in Arizona. 

Andrea, quando l'ha sentita parlare, è come se avesse avuto una visione mariana.
 Lei, molto operativa (direi molto "americana") gli ha detto che aveva bisogno dei suoi certificati di studio, dell'elenco degli esami effettuati a Torino, delle dichiarazioni di più pazienti possibili che lui ha curato (sì, esatto!) e che avrebbero provveduto ad autenticare il tutto loro, dopo averne fatta la traduzione (negli Usa non esiste la figura del Notaio).
 
A suo parere - ma non ho motivo di dubitare, visto la sua esperienza...- quella documentazione sarebbe stata sufficiente ad Andrea per avere il B1 B2 (Visa Businness Visitor) il visto di cinque/dieci anni specifico per lavorare privatamente o cercare lavoro, in questo caso, come massofisoterapista. 
Anche negli ospedali.


Alla fine Andrea mi guardava come se fossi "un figlio di Maria".
 Ma non voglio essere blasfemo.
 Credo che gli potrò estorcere facilmente un buono illimitato di massaggi per il futuro.

A New York, ovvio...


Stasera, poi, per mangiare mi sono spinto fin da Farinella Bakery, un negozio di pizza al taglio aperto da Alberto.
 Vi ricordate quel filmato che misi sulla mia pagina ai tempi del referendum in cui un mattodi New York indicava - facendo vedere le schede che aveva ricevuto in anticipo a domicilio, come tutti i nostri emigranti - come votare?
 (Se ve lo siete persi guardate: è un genio!  http://www.youtube.com/watch?v=q9y3Q7SfyiA Si potesse parlare così di politica nei tg...). 

L'ho contattato su Facebook dopo aver visto il suo "appello elettorale", e ora ci siamo finalmente conosciuti direttamente. 
E' un creativo, ex writer selvaggio, un musicista, un filmaker, e ad un certo punto si è stufato e ha mollato tutto.

Prima però ha lavorato volontariamente sei mesi alla panetteria-pizzeria di Campo de' Fiori a Roma. Per imparare come doveva essere la sua pizza.
Ha inventato il marchio "Farinella Bakery", ne ha disegnato il logo così come la scatola lunga un metro per trasportare la pala intera di pizza, e ora si trova il suo negozio sulla Lexington pieno di gente.
 E con un pony che corre come un matto per fare le consegne a domicilio.

 Ci rivedremo, perché sa anche riprendere con la telecamera, il nostro.
 E allora, quasi quasi, faccio un "dispetto" a chi so io...

:-D


Prima di tornare a casa, alle 23, passo dal supermercato, ovviamente aperto. Compro il latte fresco, barilotto da  mezzo gallone. 2,29$ (0,80€ al litro)


Buona notte.



P.S.: Oggi, non ricordo più dove, forse alle Acli, ho preso l'adesivo che i proprietari di cani e gatti qui possono attaccare alla propria porta di casa per avvisare vigili del fuoco e soccorritori che dentro casa ci sono animali.
E' più o meno come questo: 
http://www.aspcaonlinestore.com/images/products/201/98881-1051.jpg?1291149759
Nella versione che ho io c'è anche lo spazio per il nome e il numero di telefono del veterinario...
Sono rimasto senza parole.
E voi?

1 commento:

  1. ti leggo sempre
    ciao cristian
    utente anonimo (IP: 2816abbaf24d5a2)

    #1 10:37, 03 settembre, 2011
    Dario riportami un adesivo per animali in casa!! Ciao angelo
    utente anonimo (IP: 6808cbd3cf8eae7)

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