PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

venerdì 18 aprile 2014

Il pulman di Tanya


Vi voglio raccontare la storia di Tanya.
Non l'ho conosciuta direttamente, ma detto con grandissimo rispetto e cavalleresco affetto, Tanya - neworkese del Bronx - è una gran rompiscatole.
O meglio: diciamo che quando si mette in testa una cosa lei va avanti come un ariete, e non le importa molto se la strada è sgombra e se si trova di fronte una porta o un muro.
Va avanti, e se necessario sfonda.
E prosegue.
Una donna convinta di quello che fa.

Così come quando ha deciso di cambiare. 
Forse è stato anche l'aver aderito al gruppo "Madri in Movimento" a spingerla a cambiare vita.
E soprattutto "stile" di vita.
Prese questa decisione quando si rese conto che non poteva andare avanti a forza di "junk food", al "cibo spazzatura" di cui lei, ragazza madre, a causa della fretta e dello stress quotidiano, quasi esclusivamente, si nutriva. Cibo che era la causa dei 40 chili di sovrappeso che le sue gambe erano costrette a sopportare. 
Quel giorno di sette anni fa, Tanya ha detto basta, e ha deciso di lasciare il suo sicuro posto in una azienda per occuparsi di cose "più importanti". 
Per occuparsi di se stessa e degli altri.

L'inizio della sua rivoluzione è avvenuta dunque con la lettera di dimissioni che ha firmato.
E questo successe proprio nel periodo in cui divenne un'attivista di una organizzazione che si batteva per la "giustizia alimentare" e per la difesa dell'agricoltura locale, quella a chilometro zero. 
O poco più...

Sempre nello stesso periodo Tanya aderì ad uno dei tanti gruppi di "guerrilla gardening" (bel termine, eh?): insomma, lei e i suoi compagni trasformavano in orti curati e coltivati giardini e spazi verdi del suo quartiere rinsecchiti e abbandonati a se stessi. 
"Guerrillia gardening" a New York
"Guerrillia gardening" a New York










Senza permesso alcuno: fatto che ha procurato a questi gruppi qualche grattacapo con la polizia locale.

Piccoli segni di una rivoluzione "verde" che oggi, anche a New York, si esprime attraverso il fenomeno degli orti urbani sui tetti dei palazzi.
Tutt'altro che marginale: la Grande Mela, in silenzio, è diventata la città americana che registra il maggior numero di presenza di orti urbani sui roof top.
Migliaia di metri quadri di superfici finora inutilizzati e che, con il verde, sono stati trasformati - tra l'altro - in ottimo elemento di isolamento ambientale nelle estati torride e negli inverni gelidi.

Dopo dunque essersi dedicata anima e corpo agli "orti urbani", Tanya Fields, aveva deciso di realizzare un mercato agricolo bio nel Bronx.
Ma quando ha iniziato a documentarsi ha capito che doveva farsi venire un'idea più efficace: "Ho scoperto che ogni giorno entrano ed escono a New York 16mila camion con motore diesel che nella maggior parte dei casi trasportano cibo: ai mercati, ai supermercati, ai negozi... 
Ovvio che la qualità dell'aria ne risenta. E forse è anche per questo che mia figlia si è ammalata". 
Un giorno, infatti, i medici le hanno detto che le frequenti crisi respiratorie di sua figlia erano causate da uno stato di asma e bronchite cronica. E quel giorno, racconta, ha sentito montare dentro sé una rabbia terribile: 
"Ma a quel punto ho cercato di indirizzare la mia rabbia verso qualcosa di positivo".
Doveva venirle in mente un'idea, progettare qualcosa di utile per la collettività. 

Parlando con altre donne di salute, alimentazione (e sovrappeso...), era arrivata alla conclusione che il non curarsi troppo di ciò era spesso provocato dalla pigrizia: non poche, infatti, le avevano confessato che piuttosto che recarsi al più vicino mercato o supermercato per acquistare frutta e verdura (o comunque con cibi un po' più sani...) rispondevano spesso alle lusinghe del "cibo spazzatura" - sempre lì a portata di sguardo, dietro l'angolo - a causa della fretta e dello stress quotidiano.
"D'altronde è difficile occuparsi del proprio benessere quando si è sottoccupati o disoccupati, quando ci si deve occupare dell'educazione dei figli che, magari, una donna se li deve tirare su da sola".

Un giorno le passa vicino un camioncino di gelati il cui arrivo è stato anticipato dal suono del carrillon, vede bambini (e adulti) che gli corrono incontro, ed ecco che matura l'idea: 
"Ma certo! Se la gente non va al mercato, sarà il mercato ad andare verso la gente!".

Soldi, la nostra Tanya, non ne aveva: e allora per reperire i finanziamenti che la aiutassero a realizzare la sua idea, ha pensato di affidarsi al "crowdfunding", la raccolta di fondi on line.
Così, dollaro dopo dollaro, ne è riuscita a raccogliere qualcosa come 55mila, quasi 40mila €uro. Con i quali ha messo su una società - la BLK Projek"block by block", "isolato per isolato" - che come primo investimento ha acquistato un vecchio scuolabus dismesso.

Che l'artista locale Crystal Clarity (qui sotto) ha dipinto gratis.
Per essere "coerente", Tanya ha sostituito il vecchio e fumoso motore diesel, con un nuovo, verde e non inquinante alimentato da olio vegetale usato reperito in ristoranti, aziende e mense.
(Tanya con Brandon, uno dei suoi collaboratori)
Un pulman che è in perenne movimento: tre giorni la settimana va nelle vicine fattorie biologiche della valle dell'Hudson dalle quali torna pieno di prodotti biologici (patate, frutta, verdura, uova, polli, formaggi, succhi di frutta...) che lei e i suoi due dipendenti - sì perché nel frattempo ha potuto anche assumere due persone - vendono per le strade del South Bronx e di Brooklyn.


La rete di fattorie bio che hanno aderito al progetto (in particolare quelle della Corbin Hill Farm), si sono impegnate a vendere i loro prodotti a prezzo "calmierato" proprio perché poi siano favoriti gli acquisti da parte dei consumatori più poveri. 

Che possono comprare, per esempio, una dozzina di uova (bio) a 3 dollari, 2 € e 17 centesimi.







Chi diventa socio, poi, ha la possibilità  di usufruire di offerte speciali: con 30 dollari (21 €uro e 68 cent) i soci della BLK Projek possono acquistare settimanalmente e ricevere a domicilio dai 4 ai 6 articoli di prodotti bio locali (cavoli, zucche, patate, insalata ecc.); 
o non locali come banane e avocado; 
e poi un chilo di fagioli, un chilo di riso, latte o uova, pane, cracker, olio, salsa di pomodoro per arrivare a due mazzetti di erbe a scelta fra coriandolo, basilico, prezzemolo, rosmarino e menta.
Ma Tanya, usa il suo pulman "verde", anche per fare conferenze o incontrare gruppi di consumatori interessati a cambiare le proprie abitudini alimentari. 
A questi - con l'aiuto di medici, dietologi e cuochi - spiega perché mangiare più sano e soprattutto come cucinare più sano.

Poi l'attività di Tanya ha sconfinato: lei e i suoi collaboratori, dipendenti o volontari, hanno iniziato via via ad occuparsi di agopuntura, danza, laboratori di arti creative, il tutto da un punto di vista "olistico".

"Se tanta gente di poco conto, in luoghi di poco conto, facesse cose di poco conto, la faccia del mondo cambierebbe"...
Mi è venuta in mente questa frase, mentre scrivevo questo racconto.
Frase che - guarda le associazioni inconsce che si fanno, a volte - vidi scritta su un tavolo (sì, non eravamo molto educati, ma quando si è giovani un po' è giusto così...) proprio mentre impacchettavo polli per un mercatino autogestito (senza permesso alcuno: fatto che ci procurò qualche grattacapo con i Vigili Urbani), dove la merce veniva venduta praticamente a prezzo di costo.
Roba di 40 anni fa.

Pensa un po': proprio simile al mercatino ambulante della nostra amica Tanya...


© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

2 commenti:

  1. Vedi perchè la gente ha voglia di andarsene dall'Italia? Immagina come si potrebbe trapiantare un'idea simile in questa nazione: trova un pullman usato, passaggio di proprietà, trasformazione interna e successiva reimmatricolazione, motore che non puoi alimentare con olio usato, partita iva, visita medica, autorizzazioni asl, iscrizione a qualche albo, commercialista, e ancora non hai venduto neanche una cipolla!

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