PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

giovedì 23 marzo 2023

Si fa presto a dire "OK"...

 

Si dice che il termine sia utilizzato per la prima volta proprio un 23 marzo, esattamente il 23 marzo 1839, 184 anni fa.
E dunque oggi è il suo compleanno.
Nel lontano 23 marzo del 1839, infatti, per la prima volta il quotidiano americano "Boston Globe" scrisse in un suo articolo il termine "O.K.", che secondo la versione più diffusa deriverebbe dall'abbreviazione di "Oll Korrect", o meglio, da "All correct" così come si pronuncia: "Tutto giusto".
Probabilmente scritto volontariamente in modo errato per enfatizzarne il significato.
Scopro, però che - come quasi sempre - vi sono altre spiegazioni in merito all'origine della locuzione "OK".

Secondo studiosi russi la paternità del termine sarebbe loro: o meglio dalla trascrizione fonetica di "очень хорошо" ("Ochen' Khorosho") che gli scaricatori del porto di Odessa urlavano quando la stiva era stata correttamente riempita di merci.
Nel dibattito, però, si sono inseriti anche i cultori del greco antico, secondo i quali "O.K." deriverebbe da "Oλα Καλά", che appunto significa "Tutto bene".
Poi c'è anche l'ipotesi che il termine abbia una origine militaresca anglosassone: quando cioè gli addetti a contare sul campo di battaglia il numero dei soldati morti scriveva su un drappo "0K", "Zero Killed", "Zero morti".
Ma forse sono (ovviamente!) arrivati prima i latini, con il loro "Oc Est" ("Così è").
Qui sarebbe necessario l'intervento di un/a antropologo/a (ops!) perché ho letto che da millenni, nella lingua di una popolazione nativa americana, i Choctaw, esisteva il termine "Okeh", che aveva lo stesso significato odierno, e che si pronuncia esattamente nello stesso modo.
Un po' come nella lingua di un'altra popolazione nativa americana, i Sioux (quella di Toro Seduto, Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo), che usavano la parola "Hoka hey" che significava, appunto, "Va bene", "Si può fare", con il loro grido di guerra che era "Hoka hey, oggi è un bel giorno per morire!".
Un termine utilizzato anche nella lingua bantu (della famiglia delle lingue "niger-kordofaniane", che copre la parte più vasta dell'Africa centro-meridionale), che foneticamente si può trascrivere "Uou-key", che significava "Certamente Sì", espressione dunque importata nei nascenti Stati Uniti attraverso la lingua degli schiavi africani.
Ma anche dall'antica lingua Occitana, usata nel sud della Francia e nel sud-est del Piemonte, dove "Oc" significa "Sì".
O da quella gaelica, con "Och Aye" ("Oh sì"), con gli immigrati irlandesi che sarebbero stati i "diffusori" del termine negli Stati Uniti.
Meno probabile appare l'ipotesi che il termine OK derivi dalle iniziali del camallo americano Otis Kendall, che agli inizi del 1800 era solito scrivere le iniziali del suo nome sulle merci da lui controllate e "a posto".
Però, chissà...
Quel che appare certo è che da noi il termine "O.K." si diffuse con l'arrivo in Italia delle truppe americane di liberazione.
Con l'indice e il pollice uniti che simboleggiano la "O" e le altre la "K"...
Insomma, un bel mistero.
Potrebbe essere un primo piano

Un po' come l'origine di un gioco universalmente e misteriosamente diffuso in tutto il globo terracqueo (lo dicevo anche prima di "lei"...), di cui vi tedierò nei prossimi giorni. © dario celli. Tutti i diritti sono riservati



3 commenti:

  1. Come al solito i tuoi approfondimenti sono sempre "OK". Ciao. Enzo

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  2. Approfondimento direi più che "ok"👌.
    Bravo!

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