PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

venerdì 8 agosto 2014

La casa di Pauline

Pauline è stata due giornate a mettere via tutto.
Aveva 92 anni, Pauline Manpearl, e con un filo di voce chiedeva alla sua amica Betty Weiss: "Dove mi portano? Dove dormirò questa notte?".

Ms. Manpearl è stata l'ultima ospite di una casa di riposo di Los Angeles, la "Sunset Hall"Una casa di riposo americana molto, molto, particolare. 
Casa di riposo che - con lei che se ne andava, quel giorno del marzo di nove anni fa - avrebbe chiuso i battenti per sempre.

Che la "Sunset Hall" sia stata una casa di riposo diversa dalle altre lo si capiva sia dal motto scritto nel cartello di ingresso ("Mantieni viva la speranza"), sia dal resto del nome: "Casa di riposo del Libero Pensiero".

Anche i libri che Pauline si portava con sé, facevano trasparire senza troppa difficoltà qualcosa.
Libri ai quali lei non avrebbe assolutamente rinunciato. Già era depressa dal cambiare casa, ma lasciare anche i suoi libri, no, per la miseria!
Romanzi?
Naa, siete fuori strada.

Il primo che si notava si intitolava "Karl Marx: il suo ambiente e la sua vita".
Lo aveva messo a disposizione della biblioteca della Casa di riposo (dove, ovviamente, tutti mettevano a disposizione di tutti i propri libri...) e stava accanto ad altri del tipo "Opere di Lenin. Raccolta"
"Karl Marx e l'etica cristiana"
"Ecco la Cina comunista";
"Unione degli Stati Uniti Comunisti d'America. A quando?".
Maggie Kuhn
fondatrice delle "Gray Panthers", le "Pantere Grigie
"
Cari amici: scrivo spesso, in queste pagine, che gli Stati Uniti sono sempre qui a stupirci e prenderci in contropiede, e la "Sunset Hall" ne è (ne era, pardon...) la dimostrazione.

E lo è stata per quasi un secolo. 

Si trattava, infatti, di una casa di riposo che fin dalla nascita - era il 1924, quasi un secolo fa (e in molti sensi...) - aveva una missione principale: ospitare negli ultimi anni di vita militanti comunisti, sindacalisti, sacerdoti progressisti, anarchici americani.
"Radicals" di ogni tipo insomma...
Per quasi novant'anni la "Sunset Hall" è stato infatti il "buen retiro" di giornalisti, sceneggiatori sovversivi di Hollywood, scrittori, editori e militanti comunisti, socialisti, anarchici.
Il problema fu che se i comunisti sono iniziati a scarseggiare in Italia e in Europa, figuriamoci negli Stati Uniti d'America...

E infatti i tempi in cui le 39 stanze della "Sunset Hall" erano tutte occupate (e lunghissima era la lista d'attesa di vecchi sovversivi americani che volevano lì passare gli ultimi anni della loro vita) erano finiti da un bel po'.

Così come erano finiti i tempi in cui gli ospiti della casa di riposo - al posto di andare a fare amene gite al mare o in montagna - noleggiavano pullman per partecipare a qualche manifestazione di protesta in giro per l'America, dove alzavano orgogliosamente (anche su una sedia a rotelle...) il pugno chiuso.
D'altronde, quelli, erano gli anni '60-'70.

1979, marcia antinucleare.
Le Gray Panthers a Washington
Quando invece la nostra amica Pauline è stata costretta a fare i bagagli e a portarsi via i suoi preziosi libri, le camere occupate erano solo undici.
Il "ragazzino" , il più giovane degli ospiti, aveva 65 anni;
il più anziano, 102.

Negli ultimi anni ne avevano discusso tanto gli ospiti, tutti soci della cooperativa: ci furono collettivi e infuocate assemblee. Ma alla fine tutti sono stati costretti a capire (erano comunisti utopisti, sì, ma non certo poco pragmatici...) che con quei conti non avrebbero potuto andare avanti molto.
 
E infatti sono stati loro stessi - o meglio, formalmente il loro "Consiglio di Casa" - a prendere atto che le regole capitaliste imponevano loro di esporre bandiera bianca.
Ammainando quella rossa.
Dannazione.

(Photo by Gary Leonard)
D'altronde i conti parlavano da soli: trecentomila dollari di debiti erano troppi per quei poveri 11 anziani militanti comunisti americani che fino ad allora avevano vissuto in una casa di riposo "assolutamente senza scopo di lucro", così recitava il rigidissimo statuto marxista-leninista. 

"Mi mancherà questo posto", disse la nostra Pauline, dando ancora un ultimo sguardo alla sua camera.

Pauline, che più che ricordare quello che aveva fatto ieri  raccontava volentieri di quella volta che, 65 anni prima, aveva partecipato ad un corteo di protesta.
Finito con botte fra manifestanti e forze dell'ordine.
Con Jerry (il suo figlio 70enne) che ascoltando per l'ennesima volta quel racconto, sorrideva facendo "sì" con la testa.

"E' la fine di un'epoca", disse il figlio di ms. Manpearl. "E' che in tutta l'America pare non si trovi più un comunista che abbia voglia di vivere con altri compagni gli ultimi anni della propria vita".

Bei tempi in cui i 40 compagni ospiti si ritrovavano tutti insieme a discutere di politica, di "socialismo americano", dell'"anarchismo e dell'attualità del pensiero di Bakunin", della "deriva stalinista dell'Urss", della "lotta dei movimenti di liberazione africani", de "Il femminismo comunista nell'America di oggi".
Ore di discussioni accese, dibattiti, letture di testi ad alta voce.
Ma erano altri tempi, quelli: quelli in cui ex insegnanti, sindacalisti, ingegneri, avevano scelto di passare gli ultimi anni della loro vita con chi aveva diviso lotte e stile di vita.

Fra gli ospiti c'era anche un ex dattilografo del CPUSA, il Partito Comunista degli Stati Uniti d'America.

Una vera rarità, che ne aveva cose da raccontare...

Insomma, altro che minestrine e partite a carte o bingo!
Altro che telefilm davanti ai quali ci si addormenta la sera...

Come la questione del pane di segale, per esempio, un punto fermo nella dieta per i degenti del 
"Sunset Hall". Una scelta che fu oggetto di furiose discussioni con un nuovo ospite che insisteva a volere pane bianco. 
Il poveretto stette un paio di mesi alla "Sunset Hall", poi gettò la spugna, andandosene in una casa di riposo capitalista.
"D'altronde quello era un repubblicano...", commenta facendo una smorfia Pauline. 



Ora, tutto questo, era finito.

E pensare che un giudice (vero, uno della "giustizia borghese") inizialmente aveva dato ragione esaminando il loro appello contro la chiusura. Che avveniva, scrivevano loro ricorrenti, con la "pretestuosa scusa" di un gigantesco debito.
Chiusura divenuta però, poi, inevitabile.

L'ultima loro battaglia, quei vecchi comunisti della  "Sunset Hall", l'hanno consumata contrattando il trasloco e la loro nuova destinazione: alla fine, almeno, sono rimasti insieme, trovando posto in due case di riposo vicine fra loro.

Dove trovarono, però ospiti ai quali - è stato detto loro chiaramente - la politica non poteva fregare di meno.

Ammainata la bandiera rossa ("ma non certo nel mio cuore..." disse uno di loro) e abbandonato il loro edificio, non hanno poi voluto sapere nulla dei progetti della società finanziaria che aveva comprato il loro vecchio edificio. 
Accollandosi tutti i suoi debiti. 
Ma non ci voleva molto ad immaginare che la loro Casa del Popolo sarebbe stata demolita per lasciare il posto ad un (lo scrivo mente mi tremano le dita...) condominio di lusso.

Proprio a MacArthur Park, che solo fino a qualche anno prima (ok, una cinquantina di anni fa...) era un quartiere di immigrati progressisti! 
Che orrore...

Unica loro vittoria: la retta. 
Nelle loro nuove case di riposo di impronta capitalista (che Marx li perdoni!) avrebbero pagato la stessa cifra: 1500 dollari al mese per la camera, i pasti e l'assistenza infermieristica.
Quella medica era loro garantita dal Medicare, l'assicurazione federale che negli Usa è garantita a tutti i pensionati americani.


A trasloco fatto, uno di loro si è presentato così agli amici ("compagni"? Naaa...) della nuova Casa di Riposo: "Stai parlando con un avanzo di galera, amico. Attento perché io sono un vecchio rosso americano!".
Possiamo immaginare le facce sbigottite di chi - tutto partita a carte, bingo e telenovelas - si è sentito dire una cosa del genere.
O quando un'altra dei nuovi arrivati (91 anni...), camminando  con il girello, ha tentato di rompere il ghiaccio raccontando ai suoi nuovi compagni (pardon, amici) di aver preso atto delle "straordinarie diseguaglianze del sistema capitalista" quando di anni ne aveva 19.
"D'altronde vi ricordate di Sacco e Vanzetti, no?", disse rimanendoci un po' male quando vide l'espressione interrogativa dei suoi nuovi compagni di riposo.

"Ma la Cnn, almeno, la guardate?".
Altro silenzio.
Che fu una risposta più che eloquente.

Diamine, ma che razza di fessi ignoranti ci sono qui intorno?

Che fossero finiti i tempi d'oro, i superstiti lo avevano capito da un po': quando al "Sunset Hall" arrivarono gli ultimi cinque nuovi ospiti, che di politica non ne volevano sentir parlare.
Uffa, che noia!
E allora di che parliamo? 

Pauline, allora non lo sapeva che quella sarebbe stata solo l'antifona di ciò che sarebbe accaduto presto.
La fine di Sunset Hall, il paradiso dell'idealismo. "Meraviglioso idealismo", lo definì Pauline.

Che poi guardò la sua inseparabile amica Betty (90 anni, 75 dei quali passati a occuparsi di politica progressista...), si fermò fissando il vuoto, e le chiese, guardandola negli occhi: "... Di cosa stavamo parlando?".


© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

7 commenti:

  1. Come scrissi in un mio post, gli americani non parlano di politica fra loro per non incappare in litigate. D'altronde siamo nella patria del POLITICALLY CORRECT!

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  2. splendida fotografia di una cultura che..fu.

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  3. Eppure deve essere stato uno spasso assistere a quelle vivaci discussioni! Peccato che abbia chiuso i battenti... è finito così un capitolo importante di una storia significativa

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    1. Già...
      Ma forse per i vecchi progressisti libertari non è nemmeno più necessario sentirsi "al sicuro" optando per una struttura del genere...
      Quanto mi sarebbe piaciuto fare un servizio con le telecamere al Sunset, però.

      Grazie per essere passata da qui, Sabina!

      d.

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  4. Bellissimo.

    langolodellacasalinga.blogspot.it/

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  5. Bellissima storia... sarei stata curiosa di ascoltare le chiacchierate di questi vecchi "radicals"!

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