PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 23 aprile 2012

Ma chi ha detto che non c'è? In fondo, basta seguire le indicazioni (del cuore...).

Era il 1844.
In Italia, mentre i repubblicani di Mazzini cercavano di far scoppiare la rivoluzione;
mentre Cesare Balbo polemizzava velatamente con Vincenzo Gioberti, a suo parere troppo moderato;
mentre i fratelli Emilio e Attilio Bandiera, ufficiali della marina Austro-Ungarica, disertando a Corfù portarono a Crotone un paio di navi per dar man forte a chi lì stava facendo "la rivoluzione" (erano stati male informati, non c'era nessuna rivoluzione in corso e per di più vennero traditi da uno dei loro e fucilati...);
mentre in Italia cambiava tutto per non cambiare niente, negli Stati Uniti sbarcò un gruppo di seguaci del filosofo anarchico-libertario francese Charles Fourier, che spinti dal desiderio di creare "una società utopica, libera e giusta", viaggiando verso il West, attraversarono l'Ohio River (che segnava e segna ancor ora il confine fra il Kentucky e l'Ohio), e si fermarono in una zona pianeggiante perfetta per ospitare, pensarono, quella che sarebbe diventata la loro città.
Che si sarebbe chiamata, appunto, "Utopia".

Per la verità, il loro esperimento di società perfetta, di città senza regole, senza denaro e senza lavoro dipendente e salariato, non durò molto.  Dopo tre anni gettarono la spugna e molti, da Utopia, se ne andarono; complice anche una disastrosa alluvione proprio dell'Ohio River che si portò via un bel po' dei suoi abitanti.
Il testimone venne però poi raccolto da tal Josiah Warren che "ammorbidì" un po' i princìpi ispiratori, ritenendo che la libertà collettiva potesse essere compatibile con quella individuale. Propose, dunque, di stabilire che a Utopia chiunque poteva possedere appezzamenti di terra e commerciare con il mondo esterno, pur lavorando in cooperativa.

Crebbe, Utopia: dopo una decina di anni contava ben una quarantina di edifici.

Il nostro Warren la lasciò per andare a predicare il verbo dell'anarchismo socialista e libertario in giro per gli Stati Uniti. Vi tornò nel 1856 e nel suo diario scrisse: "La mia visita a Utopia, piccolo germe di società egualitaria e libertaria, mi ha fornito maggiori speranze di quante mai avrei osato immaginare...".

Non sono in grado di dire quanti, degli attuali abitanti della cittadina dell'Ohio, siano discendenti dei discepoli anarco-socialisti del filosofo francese Fourier, ma so che Utopia, ancor oggi r/esiste.


Per la verità, più che un paesino, oggi Utopia è solo una manciata di villette vicine ad un drugstore. Quasi una "ghost town", una città fantasma, non molto lontana da una cittadina anche questa dal nome assai evocativo: Felicity.
Forse, fra quelle quattro case di Utopia, si aggirano ancora i fantasmi di Charles Fourier e Josiah Warren. 
E chissà cosa pensano del fatto che la loro Utopia oggi è nientemeno che inserita nell'elenco dei "luoghi storici" dell'Ohio, come ricorda questa insegna posta di fronte al "Village Market", il drugstore, con fuori cinque cassoni frigoriferi per il ghiaccio a cubetti e due pompe di benzina.

Io, come cartello indicativo, preferisco questo sotto, che si trova all'ingresso di quello che 150 anni fa era un paese di quaranta case e tante idee.
Un cartello un po' storto, malmesso, precario, è vero.

Ma come al giorno d'oggi lo sono un po' tutte le utopie libertarie...

© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

6 commenti:

  1. quando un'utopia è condivisa può diventare realtà, ma anche quando rimane utopia, è bello aver creduto ad un SOGNO.

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  2. Questa estate andrò per un tour nei parchi americani. Sul mio passaporto elettronico ho un visto iraniano, paese che ho visitato sempre per turismo due anni fa. Mi chiedevo se con questo tipo di visto sul passaporto, possano fare problemi al controllo passaporti una volta arrivato negli States...

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    1. Caro anonimo,
      direi che puoi stare tranquillo.
      Anche perché avranno già controllato tutto di te prima che tu parta, visto che dovrai compilare l'Esta (dopo aver comprato il biglietto aereo...).
      Se dopo aver dato l'invio riceverai la risposta positiva (come succede nel 99.99999% dei casi) non avrai da preoccuparti.
      Se mai (ma sono pronto a scommettere che non succederà) ti venisse fatta qualche domanda su quel viaggio in Iran basta che tu risponda con la verità: "l'ho visitato per puro turismo".
      Buon viaggio negli Usa e grazie per essere passato da qui!

      d.

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