PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

sabato 17 gennaio 2015

Il colpaccio dei coniugi Diamante

Quel giorno, era lo scorso venerdì 4 novembre,  c'era un tempaccio terribile e loro erano in auto.
Avevano appena fatto il loro dovere di elettori e se ne stavano tornando a casa. In realtà volevano prima andare a mangiare qualcosa al ristorante, ma in pochi minuti si trovarono in mezzo al finimondo.

Cadeva - o meglio, erano circondati da - una pioggia che non faceva vedere nulla, trascinata da un vento che faceva sbandare l'auto, con alberi che si piegavano quasi sulla strada e rami che volavano via come se niente fosse...
Chi è stato investito da qualche nubifragio americano sa cosa significa e ha imparato presto che l'America è spesso esagerata anche nell'espressione dei semplici fenomeni meteorologici.

Lei, Carol, avrebbe voluto fare una pausa per rilassarsi un po', perché davvero non si vedeva nulla per strada in quel momento, ma lui, quel testone di Harold, niente, di fermarsi non ci pensava proprio.
E poi era un venerdì, e si sa che "di Venere e di Marte non ci si sposa e non si parte". Ma questo è un proverbio italiano, mica americano! 

Diciamo però che Harold e Carol hanno imparato a capirsi e a sopportarsi: d'altronde viaggiano entrambi sugli 80, e il loro viaggio lo fanno insieme ormai da 55 anni.
Per tutti i Cupidi degli Stati Uniti d'America! Oltre mezzo secolo di matrimonio! 
Una cosa mica tanto frequente, da queste parti...

E' ovvio che lei, Carol, dopo mezzo secolo di vita con quel testone, sa perfettamente come affrontarlo: che - ça va sans dire... - come tutti i mariti dell'universo terracqueo anche quella volta ha poi capitolato. 
Rassegnandosi dunque a fermarsi alla prima stazione di servizio: un distributore Valero di Middletown, piccolo centro lungo la Route 302, nella Orange County, Stato di New York.
Siamo a 69 miglia (poco più di cento chilometri) dalla Grande Mela, e se consultate un elenco del telefono di queste parti vi accorgerete che qui sono quasi tutti di origine italiana. 
Come il sindaco di Middletown, che si chiama Joseph DeStefano.
Ma questo non c'entra niente.  

Ah, scusate: non vi ho presentato per bene i protagonisti di questa storia, il testone e la di lui moglie. 
Eccoli. Sono i coniugi Diamante: Harold e Carol Diamond.
Uh, quanto è stato preso in giro lui per quel cognome nei suoi 80 e passa anni di vita: sarà stato anche foriero di piacevole presagio quel "Diamond", ma ormai, giunto a quell'età, aveva avuto prova che predestinazione, nel cognome, proprio non c'è.
D'altronde Alfred Van Cleef - quando nel 1896 fondò con la moglie la "Van Cleef & Arpels" - commerciava in tessuti, mica in diamanti!
Insomma: un conto è chiamarsi "Diamante", un altro è averli fra le mani, i diamanti. 

E fino ad ora non è che Harold e Carol abbiano avuto particolare fortuna. 
Lui ha finito la sua carriera scolastica facendo il preside della scuola elementare George L. Cook di Monticello, Stato di New York fino al 1995. Lei, è un'ex insegnante di matematica della High School di Goshen, una cinquantina di chilometri più in là.
Una vita normale, la loro: una normale vita medio borghese americana, che ora trascorrono da pensionati in una normale villetta della provincia americana, lì vicino, a Wurtsboro.

Divago, come sempre...

Eravamo sulla Route 302 dello Stato di New York. 
E' lo scorso novembre.
Harold e la moglie Carol sono in auto, fuori infuria la bufera, lei vuole assolutamente fermarsi e lui - con quella "finger" che insisteva come da cinquant'anni sapeva fare benissimo - ad un certo punto cede.

"E vabbè, ok!! Va bene! Va bene!!" disse il nostro Harold sbuffando mentre metteva la freccia a destra. "D'altronde io ascolto sempre quello che dice", ammette oggi, ancora innamorato.

Era un venerdì, dicevo.
E io che da bambino pensavo che il venerdì portasse sfortuna...
Arrivati al distributore (questo qua sopra) i coniugi Diamond entrano nel minimarket e, alla cassa, lui vede i biglietti del MegaMillion, una sorta di "Superenalotto" degli Stati Uniti.
Non è un giocatore accanito, Harold, ma ogni tanto al "Mega Millions" ci gioca.
Sempre gli stessi numeri. Da anni.
Così, un dollaro, tanto per provare.
Ma inutile dire che di dollari, in tasca, non gliene sono mai tornati indietro.
Nemmeno uno.

Quel giorno, invece, decide di giocare dieci dollari, e prende dieci schedine pre-compilate da un dollaro.
Comunque mette i tagliandi nel portafogli e mette il portafogli in tasca.

Fino al giorno successivo, quando gli amici, mentre giocava a golf, gli dicono che c'era stato un "sei" proprio da quelle parti.
"Allora mi sono ricordato di avere giocato - racconta Harold -. Ho subito controllato se i biglietti erano ancora nel portafoglio e dopo averli visti decisi di verificare i numeri a casa. Con mia moglie".

La scena seguente è quella che tutti noi abbiamo sognato di vivere: "Arrivato a casa ho letto i numeri assieme a Carol, verificandoli su internet.
In una erano 1, 9, 15, 24, 39.
Quando ho letto questi primi cinque numero ho pensato 'Abbiamo vinto un milione'. Ma quando ho visto che noi avevamo anche l'ultimo numero, il 41, abbiamo capito che la vincita sarebbe stata astronomica.

Ci mancò il fiato: li abbiamo letti e riletti, da destra a sinistra e poi da sinistra a destra. Poi ancora da destra a sinistra...
Non ci credevamo: erano proprio i numeri vincenti.

Ero senza parole, in preda ad un vero e proprio stato di intontimento".

Esatto: avevano fatto "sei".

Un "sei" che valeva 326 milioni di dollari.
Qualcosa come 278 milioni e 592 mila €uro.

La vincita più alta nella storia del lotto dello Stato di New York.
Michael Nafash, titolare del minimarket, era euforico: un po' perché sapeva che gli sarebbe stato assegnato un premio di "consolazione" di 10mila dollari, ma soprattutto perché sperava che il suo negozio sarebbe diventato meta di giocatori di tutto lo Stato.
Anche se si sa che è praticamente impossibile che ad una vincita ne segua un'altra milionaria nella stessa ricevitoria. 
Perché qui siamo a Middletown, piccolo centro lungo la Route 302, nella Orange County, Stato di New York; mica in via Padre Pio a Montepaone, in provincia di Catanzaro, dove nello stesso bar, in questi primi giorni di gennaio, sono stati registrati due "sei" nel giro di 48 ore... 

In Italia, poi, i vincitori si vaporizzano, entrano in clandestinità, si nascondono quasi fossero entrati in qualche organizzazione terroristica.
Per poi, magari, fuggire all'estero.

Negli Usa, invece, tutto avviene alla luce del sole.
Negli Stati Uniti calvinista, il denaro (guadagnato, ereditato o vinto) non è una vergogna. 

E infatti, in questi casi, la consegna dell'assegno avviene di fronte a fotografi e telecamere.

Per i coniugi Diamond la cerimonia è stata qualche giorno fa dopo i minuziosi controlli di rito.
Proprio lì, al distributore Valero di Mddletown. 
E allora ecco Harold e Carol arrivare di nuovo ma questa volta in limousine, e accolti da una fanfara.

Ecco lui immortalato mentre entra, mano nella mano, con Yolanda Vega, il "volto" del "Mega Millions", del Superenalotto  americano.
Eccolo qui sotto, insieme alla moglie, che viene intervistato, poco prima di ricevere da un funzionario "l'assegno" di 326 milioni di dollari.
Per la verità, loro hanno incassato una cifra inferiore.
Data la loro età, infatti, i coniugi Diamond hanno deciso di rinunciare al premio "completo" (quello di 326 milioni di dollari) visto che il regolamento prevede che questo venga consegnato in 30 rate annuali.
E per quanto l'America sia il Paese dell'opportunità loro mica hanno 30 anni di tempo davanti...

Hanno dunque optato per un unico versamento, ma di cifra inferiore: 197,45 milioni di dollari.

Un bel taglio, è vero, ma che sono comunque 168 milioni 390 mila 124 €uro (e 96 centesimi).
Esentasse.
E tutti, maledetti, e subito.
Ed eccoli, i nostri due vincitori ultraottantenni, sollevare l'assegno della vincita, poco prima che a lei i dirigenti del lotto consegnassero un gigantesco mazzo di rose rosse.

Che faranno ora?
Esattamente quello che pensavano di fare prima di aver giocato quella schedina, prima di quella terrificante (e benedetta) tempesta di pioggia e vento, obiettivo che poi hanno rimandato per ovvie ragioni: un viaggio alle Hawaii, dove erano già stati per festeggiare il loro 25° anniversario di matrimonio.
C'è da scommettere, ora, in un albergo differente.

Poi però "penseremo alla nostra piccola comunità e alle persone in difficoltà della nostra zona", hanno dichiarato. Perché uno dei fondamenti del cristianesimo calvinista è che "Se si riceve si deve dare". Perché "Dio si serve dei ricchi per aiutare i poveri".

Le foto dei giornali hanno distrattamente inquadrato il distributore con i prezzi della benzina: 3,31$ a gallone.
Che significano 3,31 dollari per 3,78 litri.
Che significano 74 centesimi di €uro al litro.

Ma questa è un'altra storia...


© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

7 commenti:

  1. Bellissimoooooo. Certo che anche il premio "ridotto" e` un gran bel premio :-) e non parliamo di benzina, abbiamo fatto il pieno a 1.89 a gallone, lunedi`.
    Un abbraccio da Reno!!!!!!!!

    RispondiElimina
  2. Non potevano destinare a me il resto del premio?? Anche in 30 rate andava bene! :-)
    Qui benzina scesa anche a 1.75$ al gallone, anche se adesso e' risalita a ben 1.99!

    RispondiElimina
  3. i tuoi racconti sono sempre ricchi di emozioni! Me li vedo alle Hawaii rilassati e spensierati a decidere a chi e come destinare parte della loro vincita! Bravi! :-)
    Angela (sempre quella dei dubbi nell'articolo sulla Green Card!!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Il dubbio assiduo: l'unica ragione..."
      (Francesco Guccini)

      :-)

      d.

      Elimina