PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

martedì 26 giugno 2012

C'era una volta il bookcrossing...


In principio fu il "bookcrossing".
Sviluppatosi soprattutto nei paesi anglosassoni, non è più una (grande) novità, anche se, in verità, non è che in Italia abbia preso molto piede.
All'estero, insomma, non è raro trovare su una panchina - ad una fermata di autobus o metro, in un angolo frequentato - un libro lasciato lì da qualcuno affinché qualcun altro lo prenda per leggerlo.

I più "precisini" incollano sulla copertina, o all'interno delle prime pagine, un foglietto con (oppure la scrivono a mano...) una frase del tipo"Sono un libro lasciato da qualcuno perché io venga poi letto da qualcun altro. E allora prendimi pure, leggimi, ma dopo avermi letto lasciami in un posto frequentato, cosicché qualcun altro ancora possa leggermi."...





E fin qui non c'è nessuna novità...
Un fenomeno precursore del bookcrossing lo vidi - era il 1998 - nel club del mio condominio (in pratica un bar al 30° piano aperto ai soli condomini e ai loro ospiti) dove ognuno poteva lasciare in un apposito scaffale libri in buon stato cosicché potessero essere letti (davanti al caminetto, acceso anche d'estate in una stanza gelida per l'aria condizionata!) da altri condomini.

Ma a New York, ora, qualcuno è andato più in là.

John Locke è un artista-architetto "sperimentatore degli spazi urbani" che abita nella Grande Mela. Racconta che l'idea gli è venuta proprio osservando un libro "lasciato a disposizione" sopra un telefono pubblico, che a New York si trovano ancora con facilità negli angoli della città.
Il nostro John, si è fermato un po', ha osservato in silenzio le "cabine" aperte, ha fatto uno schizzo su un suo taccuino e ha preso un paio di misure.
Qualche giorno dopo è tornato con una decina di pezzi di profilati di plastica tagliati e colorati e...
Quel geniaccio di John Locke - omonimo del filosofo britannico seicentesco - ha, in sostanza, realizzato una vera e propria libreria che si adatta perfettamente allo spazio del telefono, inglobando, "avvolgendo" alla perfezione, l'apparecchio pubblico.
Poi, dopo aver messo sugli scaffali un po' di libri che si era portato dietro, si è appostato attendendo le prime reazioni...
Niente male nemmeno questa foto qui sotto, vero? 
:-))

L'idea, poi, gli è piaciuta così tanto che ne ha subito fatta un'altra, di biblioteca telefonica, questa volta cambiando colore.
E nessun funzionario comunale, poliziotto o simile si è lamentato...



© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

7 commenti:

  1. bellissimo..e bellissima idea.
    grazie Dario..
    ps. stamattina pensavo proprio a questo:la lettura non è mai abbastanza, a tutte le età e per tutti i ceti sociali...
    questo pensiero mi ha assalita quando sono passata davanti ad una bancarella abusiva, all'angolo di una strada della mia città e ho letto 'ANANNAS' solo che non solo era scritto con due N alla fine della parola, ma la N era fatta al contrario una specie di carattere 'cirillico'... che tristezza.
    Penelope

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    1. "L'operaio sa cento parole. Il padrone, mille.
      Per questo, lui, è il padrone".
      1966, don Lorenzo Milani

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  2. bella invenzione

    cristian

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  3. sorrido alla risposta che mi hai dato, Dario.
    esistono eccezioni a questa regola.
    nel mio caso specifico il mio di 'padrone', parole (in italiano...)ne conosce un paio... una di quelle che conosce meglio è 'denaro'.
    e con questa magica parolina è così che è diventato 'padrone'.
    vedi un po' tu.
    un abbraccio...
    Penelope.

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    1. A questo punto ci sarebbero altre parole meno cattoliche e meno ecumeniche di quelle di don Milani...

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  4. che bella idea! tra 15gg torno a NY, chissà che non ne incroci qualcuna di queste biblioteche/telefoniche :)

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