PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 5 dicembre 2011

17 - Sull'allarme terrorismo e su un posto speciale


sabato, settembre 10, 2011


La notizia - devo dire la verità - l'ho appresa aprendo internet dal mio Mac, che ha impostata come pagina iniziale "La Repubblica".
In quel momento apriva con l'allarme terrorismo che coinvolge New York e Washington.
In quel momento, poi, ho visto che la notizia rimbalzava ("Una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale..." cantava Fabrizio) su molte pagine di Facebook.
Ma io, devo essere sincero, a metà pomeriggio non mi ero accorto di niente.

Eppure, in quelle ore, ero a Soho, a parlare con un nuovo amico (un regista indipendente con i - mi si passi il termine - "controcoglioni", i cui docufilm sono stati selezionati al Tribeca Film Festival e in altri eventi del genere), con il quale potremmo fare quel servizio tv che ho in mente da un anno (grazie a Paolo per avermelo presentato!).
Non solo: quando sono uscito da casa sua, visto che ero a due passi, sono di nuovo andato a Ground Zero, per dare un'occhiata.

E ammetto, appunto, che c'erano tre-quattro auto della Polizia, e qualche agente qua e là. Qualcosa di più di quanto vidi due giorni fa, come ho già raccontato. Ma niente di più davvero.
(Ed era Groud Zero, dove dopodomani mattina ci sarà il Presidente Obama!).

Qualcosa di più movimentato l'ho vista poi questa sera, in quello che può essere considerato "il centro del centro" di Manhattan: e cioè l'angolo fra la Fifth Av. e Central Park, laddove c'è - per intenderci - l'Apple Store, quello con il cubo di vetro.
Ecco, lì questa sera c'era quello che io definirei un incomprensibile "semi posto di blocco": il traffico, infatti, veniva deviato su un'unica corsia da enormi cavalletti (che dico, "cavalloni"!) di legno, con, a terra, torce rosse fluorescenti che evidenziavano il restringimento di carreggiata.
V'erano, è vero, cinque o sei poliziotti, lì: ma ve ne fosse stato uno (che fosse uno!) che almeno gettava un'occhio alle auto e alle persone al volante! Niente: parlavano fra loro e mi sembravano affacendati a far altro.
Mi dicono, in verità, che controlli più accurati (tipo guardare dentro l'auto e chiedere i documenti - cosa che negli Stati Uniti non avviene mai perché è vietato dalla legge, a meno di esigenze straordinarie, appunto, che riguardano la sicurezza nazionale) sono avvenuti e avvengono nei confronti delle auto (ma soprattutto dei furgoni) che arrivavano a Manhattan dai ponti e dai tunnel del New Jersey o di Brooklyn.
D'altronde con quale criterio potrebbero chiedere i documenti? Selezionando coloro che "hanno la faccia da straniero"? Che sono "neri"? Che hanno l'aspetto "arabo" o "mediorientale"?
A New York?????
Chi è stato negli Usa, ed in particolare a New York sa che controlli "a tappeto" di questo genere sarebbero una cosa semplicemente senza senso. E infatti sono vietati dalla legge perché verrebbero condotti in modo "razziale".

Non voglio dunque fare l'ennesimo pompiere (polemico): ma a parte un ovvio rafforzamento della sorveglianza - peraltro comunque previsto per il decennale del 9/11 - e i controlli che per ora riguardano soprattutto i furgoni che entrano a Manhattan, qui si respira un'aria assolutamente normale.
I turisti questa sera hanno continuato a riversarsi sulla Quinta, hanno gremito come sempre Time sq, e qui sotto al Greenwich Village, tutti i locali sono pieni.
Il mio room mate (una buona notizia per le mie amiche: il bellissimo mio compagno di casa non è gay. Una brutta notizia per le mie amiche: ieri sera ha passato la notte con la sua fidanzata - almeno così me l'ha presentata -: una modella che ha partecipato alla "notte della moda" e che - come dire... - da quel che non ho potuto evitare di sentire - nonostante le porte chiuse - ha espresso più volte il suo "gradimento" per i momenti che evidentemente stava passando...); il mio room mate, dicevo, è arrivato dal lavoro a mezzanotte ed è uscito mezz'ora dopo per andare a ballare. E davvero non aveva l'aria di essere granché preoccupato.

(Prima di uscire, il maleducato mi ha regalato una enorme tavoletta di cioccolato al latte svedese - 200g. - la cui prima fila di quadretti, dopo essere passata per bocca e lingua è già nel mio stomaco. Può darsi che mi abbia fatto il regalo affinché io potessi meglio sublimare ben altre carenze...).
Per tornare alle cose serie, se dunque i giornali e i telegiornali italiani ci metteranno il loro "carico da 11" per seminare un po' d'ansia (tutti i miei amici italiani hanno già ricevuto telefonate dai loro congiunti lontani. Nessuno dei miei amici americani ha ricevuto alcuna telefonata dai loro congiunti lontani... Chissà come mai?), potete stare tranquilli.
Così come per Irene, le autorità non possono certo permettersi il benché minimo problema in questo senso. Anche perché il Presidente Barak H. Obama mi pare d'aver capito che è già qui a New York.

Ieri, non so se avete visto su Fb, sono stato in questo grazioso posto che è Roosevelt Island.



Come potete vedere dall'immagine che ho egregiamente messo (faccio progressi, eh?), nel mezzo dell'East River (il fiume di destra) tra il lussuoso Upper East Side e il Queens (un'altro dei "quartieri" di New York, dall'altra parte del fiume) lì in mezzo, dicevo, c'è Roosevelt Island, sorvolata dall'enorme "Queensboro Bridge" (che congiunge Manhattan al Queens) e collegata a Manhattan da una fermata di metropolitana della linea F e da una funivia (che si prende con il biglietto o l'abbonamento della metro).

Lo spunto di arrivarci appunto in funivia me l'hanno dato quei fan dell'Italia e della lingua italiana che avevo incontrato qualche giorno fa: quelli che cercavano di trovare il termine giusto per dire "funivia", ma che erano riusciti a tirar fuori solo "flight machine", "vagone volante", "tram volante" e "gondola"; (la tizia che aveva detto "tram volante" aveva però soltanto tradotto letteralmente il termine americano: questa finivia è definita, infatti "tramway").

E' davvero un angolo unico di New York: intanto non vi potete immaginare quanto sia enorme l'East River che la lambisce dalle due parti, e quanto sia tempestosa la sua corrente (a sud, alla fine della cartina, c'è l'Oceano Atlantico!).
E' un'isola che ha nella parte sud qualche ospedale (soprattutto per anziani o invalidi lungodegenti, ma c'è anche un ospedale per maternità) e nella parte nord moderni (e bellissimi!) condomini che danno sul panorama unico di Manhattan, con i suoi grattacieli.

Circolano pochissime auto (soprattutto degli ospedali o dei negozi), anche perché non c'è nessun ponte che collega Roosevelt Island con Manhattan o la terraferma.
Mi sono seduto su una panchina del lungofiume: alla mia destra il ponte (che definire enorme e monumentale è poco): sotto ad un certo punto ci è passata una petroliera, sopra ci sono due piani di strade a doppio senso e doppia corsia, una pista ciclabile, ovviamente separata, una pista pedonale;
Mi sono seduto ad una panchina: anche se era di fronte, quanto lontana sembrava Manhattan, con il suo traffico e la sua rumorosa vita frenetica...


Manhattan da Roosevelt Island




















Di fronte a me il Palazzo dell'Onu e la guglia del Chrisler che spunta in mezzo agli altri grattacieli. Dietro alla mia panchina, un'isoletta dove i bambini vanno per strada con il triciclo, e gli anziani che ti passano accanto con il girello ti salutano, anche solo con un cenno della testa.

Poi il ritorno, davvero spettacolare, con tu che arrivi a Manhattan come se fossi in mongolfiera, o in aereo...
Le immagini, che non sono riuscito a mettere qui, le potrete (ri)vedere sulla mia pagina di Fb, visto che il filmato l'ho già pubblicato. (Ok, non sono riuscito a metterlo qui...)
 

1 commento:

  1. Commenti
    #2 16:57, 10 settembre, 2011
    Non so chi tu sia, ma Grazie!
    (Hai ragione, sono un po' prolisso... Ma sono tante le cose da raccontare!)


    d.


    #1 08:55, 10 settembre, 2011
    E' stato veramente bello leggere.
    Io che non ho mai il tempo di leggere i post un po' lunghi,non sono riuscita ad andarmene di qui prima di avere letto tutto.
    Un po' perchè per miei problemi personali è da un po' che non posso viaggiare,un po' perchè è interessante e fa riflettere vedere quante facce possa avere la realtà.
    Tornero' a leggere qui...senza dubbio .
    Anzi aggiungo il tuo link.....a presto!
    shewant

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