10 - La normalità

29 ago, 6:47 p.


Irene se n'è andata, sgonfiandosi.

Con una coppia di nuovi amici italiani ieri siamo andati sull'Hudson, "a vedere" la situazione.
Il fiume era ancora assai incazzoso (mai viste onde così alte in un fiume) e tutta la zona era ancora battuta da un vento che quasi portava via. 

A terra, le tracce del suo passaggio: rami di alberi e sacchi di sabbia a protezione di portoni, negozi, scantinati. Era, quella, ovviamente piena zona rossa.



Sul lungo fiume, con gli spruzzi dell'acqua che talvolta bagnavano il marciapiede, i newyorkesi avevano già preso possesso del terreno: primi fra tutti gli (odiosi ed irriducibili) appassionati di jogging, che correvano incuranti del vento piuttosto freddo.


Che Irene fosse ormai lontana e che la tempesta fosse passata lo si intuiva dalle nuvole che correvano e dal colore del cielo, che ad un certo punto si è colorato di rosso.



E infatti, questa mattina, a New York c'è uno splendido sole e la vita è tornata normale.
Clacson, taxi, negozi aperti...



Devo lasciare la stanza d'albergo fra poco e tornare nella mia casetta al Village.


Così come non mi è spiaciuta questa parentesi, non mi dispiace tornare alla quotidiana e "vera" vita di New York: con i negozi sotto casa, i residenti che si conoscono e si salutano, il microonde grazie al quale potrò bermi tutti i caffelatte che voglio.



Oggi spero di trascorrere altre ore con gli amici di ieri.


Come spesso succede fra italiani, qui, siamo arrivati inevitabilmente a parlare di Italia, degli americani, dei confronti, delle cose che da noi non funzionano, del lavoro (che lei ha perso da qualche mese), del futuro e del mio pessimismo nei confronti del futuro italiano. 

Ma a loro, Irene, ha "regalato" due giorni di permanenza in più a New York e allora ne approfitteremo...




d.