PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

mercoledì 16 maggio 2012

La New York di (da) sopra e di (da) sotto...

Narra la storia che un giorno del 2001, un oscuro geometra dell'amministrazione di New York fu mandato a fare un sopralluogo per verificare i modi, i tempi e i costi dello smantellamento dell'ultima vecchia linea di metropolitana sopraelevata di Manhattan.
O meglio, di quel che rimaneva.
 

Per più di cinquant'anni - dal 1920 alla fine degli anni '80 - questa linea ferroviaria sopraelevata, costata 150 milioni di dollari di quei tempi, è servita per rifornire New York di derrate alimentari (latte e carne, soprattutto) e materiale da costruzione che arrivavano dall'oceano con le navi che percorrevano controcorrente l'ultima parte del fiume Hudson.
Qui, poi, si trovava il "Meatpacking district", il distretto del "macelli", dove la carne appunto veniva sezionata, confezionata o smistata nelle macellerie della città o al Chelsea market, il mercato coperto sopra il quale i binari scorrevano.

Dal progressivo disuso degli anni '60 si è arrivati alla chiusura del 1980 - per ovvi motivi di sicurezza e di inquinamento acustico - con conseguente blocco degli accessi e inevitabile abbandono.

Finché, dopo vent'anni appunto, quell'oscuro geometra dell'amministrazione fu inviato per fare i primi conti di quanto sarebbe costato lo smantellamento dell'intera struttura di ferro e cemento lunga chilometri a una decina di metri di altezza fra la 20a st. e Gransevoort St. nel Meatpacking district, appunto.

 






















(Thank's thehighline.org)

Dunque questo sconosciuto signore, un giorno del 2001 si trovò a riaprire uno dei lucchetti che chiudevano uno dei cancelli d'accesso. Salì le scale di ferro un po' arrugginite dal tempo e arrivò in cima, sulla ferrovia.

Che in vent'anni era stata "mangiata".
                          
I binari, infatti, erano quasi spariti: avvolti, mimetizzati, da una vera e propria foresta selvaggia cresciuta in quei dieci anni. 
Erba, cespugli, fiori selvatici, financo veri e propri alberi, nati da semi volanti.
(Thank's The Last Walkman)

Non conosco il nome dell'oscuro impiegato comunale, ma sappiamo che vedendo quella natura selvaggia che aveva preso il sopravvento e passeggiandoci dentro, ebbe un'immediata illuminazione: "Ma perché smantellare tutto spendendo un sacco di bigliettoni verdi? Ma questo è un bellissimo parco!"

Peraltro, quella, era una richiesta che a gran voce in quegli anni portavano avanti quelli dei Friends of the High Line, comitato di cittadini della zona che chiedevano la "salvezza" della vecchia High Line, che osservavano dalle finestre o nel corso di incursioni più o meno clandestine.
 
Dunque, la decisione venne presa: il Comune pubblicò il bando di concorso che venne vinto dalla collaborazione di due studi d'architetti.
Nel 2009, l'inaugurazione.
Saliamo insieme?
Una struttura splendida, una idea originalissima e davvero organizzata in modo meraviglioso: una delle più belle "cose" che io abbia visto a New York negli ultimi anni.

Organizzata alla perfezione, dicevo: con il verde curato nei minimi dettagli (rispettando anche la flora selvaggia nata spontaneamente), manutenzione costante da parte di giardinieri, ascensori sempre funzionanti per l'accesso ai disabili, servizi igienici pulitissimi, sorveglianza dall'apertura - alle 8 del mattino - fino alla chiusura, alle 22.

E' una passeggiata di alcuni chilometri nel verde a dieci metri d'altezza, dalla quale si gode, da una parte, il panorama ad est, sull'ultima parte dell'Hudson,  e dall'altra la parte centrale di Manhattan: con l'Empire State Building che svetta.

Panchine e lettini di legno sono a volte posate sui binari originali dei treni, con le ruote alla base che permettono l'eventuale avvicinamento o l'allontanamento.  
Questo "anfiteatro", capovolge la normalità. Qui ci si può riposare osservando uno spettacolo sempre diverso: la vita di New York che scorre viva sotto.





Un percorso che si snoda fra nuove costruzioni nate proprio durante o dopo il recupero della linea. Facendo immediatamente rivalutare tutta la zona. 
Ma anche, un po', le tasse di chi abita in questa zona, visto che mantenere l'High Line, costa...

I chilometri del parco pensile più lungo del mondo si insinuano fra i palazzi, per trovare poi improvvisamente spazi più ampi che danno sul vecchio quartiere, il Meetpacking district, fino ad una decina di anni fa formato da depositi di carne, magazzini e piccole fabbriche.
Costruzioni oggi trasformate in negozi di moda, lussuosi loft, gallerie d'arte.
Una vecchia palazzina è stata trasformata in parcheggio "a silos"...




... mentre in un tratto c'è una davvero insolita "fontana per i piedi", decisamente un sollievo in estate, viste le estremità bollenti straziate dai chilometri che si percorrono a Manhattan...

Panchine, lettini, chaise long, da dove - riposandosi e chiacchierando - ...
... si può godere di un tramonto eccezionale.

Sotto, il vecchio mercato coperto, il Chelsea Market, oggi è così, con negozi di ogni tipo: compreso un forno del pane, una pescheria, gelaterie, bar...



























Fra un anno, se non sbaglio, il parco sarà completato, con la ristrutturazione anche degli ultimi 800 metri, quelli che finivano in acqua.
E son proprio curioso di vedere come e se verrà utilizzato e integrato nel progetto il fiume Hudson.

Fin qui, come dice il titolo, "di sopra", ma occupandoci del "di sotto", il successo dell'High Line ha spinto gli urbanisti a osare progettando cose quasi da fantascienza.

Ho già scritto, qualche intervento dietro, della zona di Katz's (non lontana dal palazzo rosso dalla cima del quale svetta un Lenin che saluta Wal Street e la Statua della Libertà), nel Lower East Side di Manhattan.
Ebbene, guardate cosa c'è sotto, proprio dove scorre la metropolitana (anzi, quattro linee di metropolitana...) all'altezza della stazione di Essex st. 
                         
Si tratta di un vecchio "terminal" del 1903, in disuso dal 1948 e da allora abbandonato.
Ma perché sprecare tutto questo ben di Dio di spazio?
Insomma, dopo il parco sopraelevato più lungo del mondo, New York sarà la prima città al mondo ad avere anche un parco (con alberi e prati) "sotterraneo" e il cui verde crescerà e sarà nutrito da luce naturale.
Che è già stato battezzato Low Line, il parco underground di Nyc. 
Per ora possiamo solo goderci l'animazione che illustra il progetto...

© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

17 commenti:

  1. grazie Dario...
    prendo appunti per il mio prossimissimo (ormai quasi prenotato) viaggio a Ny...
    anche questo spazio, da 'vivere'...
    Antonia

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  2. Non mi è mai piaciuta NY ma forse, semplicemente, la vedevo con gli occhi sbagliati. O non avevo la guida giusta. Next time I'd like to go with you! (con buone scarpe da ginnastica)

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  3. ottima cronaca di una città tutta da vivere
    una sola domanda però:
    questa linea della metro in disuso è l'unica esistente sopraelevata?

    perchè nei telefilm usa, anche recenti, spesso ci sono scene che riprendono la metroaerea e le sue fermate specie quando sono a Hell's Kitchen

    cristian

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    1. Ebbravo Cristian!
      La maggior parte dei film ambientati a New York sono girati a Chicago, dove i permessi per girare i film costano molto di meno.
      Spesso vengono girati a Chicago e vengono immesse immagini random di New York (che costano di meno). Oltre tutto a Chicago esistono ancora alcune linee di metropolitana con parti sopraelevate... (Hai presente il film We Shall Dance, con Richard Gere?)

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    2. 4^ volta che lo scrivo.
      anche in italia capitano queste cose quando girano telefim e film ma barano di meno non facendo vedere scene con parti di città che non sono quelle dove in teoria è ambientato il film o il telefilm

      cristian

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  4. Finalmente sono rientrata e ho potuto sbirciare nel tuo blog: che bella sorpresa scoprire che scrivi da NYC - la nostra nuova casa tra solo qualche settimana :)! Ora voglio proprio mettermi in pari con i tuoi altri racconti - questo post sulla High Line mi ha incuriosito molto :)!
    Pookelina

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    1. Beh, ne avrai da raccontarci...
      Solo non ho capito, leggendoti, da dove è iniziato il "tuo" "tutto"!
      :-)

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    2. Si, proprio non vedo l'ora!!!

      Il mio tutto non so nemmeno io dove sia iniziato ma questo post ne e' un breve riassunto

      http://pookelina.blogspot.it/2011/03/in-trasferta.html

      Buona giornata, Dario!

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  5. Sai approfondire in un modo che fa quasi invidia!
    Complimenti raccontata così è quasi una fiaba :)

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  6. ma anche a brighton beach hanno fatto la stessa cosa?

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  7. Grazie Dario, è una bella storia veramente piena di dettagli.

    Saluti
    Roberta Abbrugiati

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    1. Grazie dei complimenti, Roberta!
      Spero che te ne piacciano altre, fra queste pagine.
      Ah, se solo io fossi meno pigro...

      d.

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  8. Buongiorno Dario, soltanto la mia quinta volta a New York ho avuto il piacere di conoscerla, ma quando ci tornerò sono certa che ci farò un altro giretto, magari meno frettoloso del primo. Mi è piaciuta tantissimo e come sempre apprezzo molto anche il tuo modo di descrivere ogni storia e ogni angolo, più o meno conosciuto, di questa meravigliosa città che non smette di sorprendermi. Me la fai vedere con altri occhi e me la fai amare sempre di più. Buona giornata e grazie!

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