Le bandiere americane...
E' un'altra di quelle cose che si notano subito arrivando (e non solo la prima volta) negli Stati Uniti. Si vedono, sono, dappertutto. Le vedremo non appena arrivati, in aeroporto. O nelle stazioni dei treni...
Grand Central Station, Manhattan, Ny |
Magari le vedremo, immense, stese su
un muro di qualche edificio...
New York, Wall st. New York Stock Exchange |
O lungo le strade della sterminata provincia americana, nelle aree di sosta, su altissimi pennoni che svettano come fari...
o nelle aiuole "Memorial" di qualche minuscolo paesino, che così ricorda le vittime di guerra, con una bandierina per ogni soldato americano morto, in Afghanistan o in Iraq...
E ai giardini
pubblici o all’ingresso dei parchi nazionali, o anche solo all'esterno di un ristorante che si incrocia lungo la strada...
Saranno lì, accanto alle porte di ingresso delle case dei centri di provincia...
Inizialmente - è successo anche a me - percepirete questa orgia di stelle e strisce, questa costante presenza di blu, rosso e bianco, semplicemente come una nota di colore e niente più. Poi penserete che è una specie di sostegno psicologico, di incoraggiamento collettivo, una sorta di costante cerimonia riparatrice dopo la “profanazione” dell’11 settembre.
Saranno lì, accanto alle porte di ingresso delle case dei centri di provincia...
O la vedremo portata a "bandana", come la indossava questo signore che ho fotografato a New York; evidentemente (anche) sostenitore del Presiden Barak H. Obama.
Inizialmente - è successo anche a me - percepirete questa orgia di stelle e strisce, questa costante presenza di blu, rosso e bianco, semplicemente come una nota di colore e niente più. Poi penserete che è una specie di sostegno psicologico, di incoraggiamento collettivo, una sorta di costante cerimonia riparatrice dopo la “profanazione” dell’11 settembre.
Ma
in realtà la tragedia delle Torri Gemelle non ha fatto altro che rafforzare
l’amore nei confronti della bandiera, sentimento che fa parte del dna degli
americani e che "unisce", compatta, uomini e donne di ogni razza giunti da ogni dove, e così i loro figli, e i figli dei loro figli.
Fra i mille stimoli che si ricevono nel corso di una vacanza americana, considereremo poi il tutto una semplice manifestazione di orgoglio nazionale diventata negli anni "moda", e osserveremo questo tripudio di “stars and stripes” con atteggiamento sorridente, quasi di simpatia folkloristica.
Ma con il passar dei giorni si insinuerà un tarlo: no, tutto troppo semplice, c’è qualcosa che non va in questo ragionamento.
Fra i mille stimoli che si ricevono nel corso di una vacanza americana, considereremo poi il tutto una semplice manifestazione di orgoglio nazionale diventata negli anni "moda", e osserveremo questo tripudio di “stars and stripes” con atteggiamento sorridente, quasi di simpatia folkloristica.
Ma con il passar dei giorni si insinuerà un tarlo: no, tutto troppo semplice, c’è qualcosa che non va in questo ragionamento.
D’altronde per noi - che tiriamo fuori il tricolore (semmai lo facciamo) solo in occasione dei campionati mondiali, o come è accaduto nel corso delle celebrazioni dei 150 anni della bandiera italiana - è assai diverso: fatta eccezione per il lontano periodo del Risorgimento, la nostra bandiera, nella sua storia, è stata spesso legata ai conservatori se non ai nostalgici, che si consegnavano la patente di “veri patrioti” sfilando orgogliosamente con la bandiera "bianca-rossa-e verde". Tricolore che spesso si contrapponeva alla bandiera rossa innalzata dai ribelli, dalla sinistra progressista, dai riformatori; da parte dei quali per decenni c’è stato una specie di imbarazzo a considerare completamente loro “la bandiera dei tre colori”.
© dario celli
Caro Dario, ho immaginato ancora prima di inisiare a leggere il post, quale fosse il non sottointeso significato (se c'è, ma io l'ho trovato) di questo tuo scritto. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata "Anche a Parigi le bandiere sono OVUNQUE ma i francesi si sa sono dei veri Nazionalisti e, purtroppo io dico e credo, non nel senso buono del termine.
RispondiEliminaA NY abbiamo fatto quasi 3000 fotografie e in OGNIUNA è presente la Stars & Strips. Noi a casa nostra ne abbiamo un paio. Piccoline eh prese durante la Columbus Parade del 2010, ma sono li in bella vista in soggiorno. Dietro c'è quella italiana.
La cosa piu' emozionante è stata essere presente durante l'inno nazionale ad una partita dell'NBA al MSG. Solo il pensiero mi fa venire i brividi. Se riesco ti metterò il video su utube. Ed episodi come quelli postati da te del Fenway in Italia non sapremo MAI cosa significhi.
Ogni volta che ti leggo è una emozione Dario. Oggi pensavamo proprio a te durante il pranzo e drante il nostro scambio del nostro sogno comune che tu ben sai. ;) Che dire...solo GRAZIE.
Grazie a te.
EliminaA voi.
Davvero...
A parte un errore che a me ha fatto rabbrividire: il FENWAY PARK ospita appunto i BOSTON RED SOX, una delle principali squadre di BASEBALL delle Major League e non di football... eresia... per chi ama il baseball come me. Curioso: essere in uno stadio di baseball gremito di gente che va su e giù in continuazione, che chiacchiera e che non sempre è veramente interessato alla partita ma è lì solo per socializzare. Che mangia in continuazione robaccia maleodorante. Ma che tutti insieme si alzano in piedi e con rispetto totale, assoluto e incondizionato, cantano l'Inno. E anche noi ci siamo uniti a loro: in piedi con la mano sul cuore. In rispetto di una terra veramente unica.
RispondiEliminaMa vorrei portare alla tua attenzione, e a quella dei tuoi lettori, altri due episodi che mi hanno commosso.
Il primo: a scuola, ogni mattina i bambini, gli insegnanti e tutto il personale, prima di cominciare qualsiasi attività, tutti insieme si alzano in piedi volti verso la bandiera che campeggia IN OGNI CLASSE e prestano giuramento. Non male direi... Avremmo da imparare noi questo rispetto alla nostra amata bandiera.
Secondo episodio: 11 novembre. E' il VETERANS DAY. Ora facciamo una breve premessa: io sono CONTRO ogni forma di guerra e sono contro i guerrafondai. Premesso questo: a scuola era prevista una cerimonia di festeggiamento per i veterani. Sono stati invitati tutti i parenti o vicini di casa veterani degli studenti.
Ci hanno riuniti tutti in palestra (io passo molto tempo a scuola da mia figlia per supportarla con la lingua e per... passare le mie giornate). Ad un certo punto il Principal dà il benvenuto ai veterani: giovani, vecchi, uomini, donne, attivi o non più. Insomma, tutti con le loro divise. In piedi a cantare l'Inno americano. Mentre vi racconto questo ho ancora i brividi al pensiero di quel momento. Occhi lucidi, bambini che salutavano i loro nonni o i loro papà o mamme... o solo un parente. Tutti ugualmente orgogliosi. E io orgogliosa di far parte, nel mio piccolo, di qualcosa di tanto grande. Di un sentimento così INTENSO da commuovere anche me. Che non avevo nessuno da salutare.
'Mazza, che lettori severi, che ho!
EliminaHo corretto subito l'errore, del quale chiedo venia!
Sul giuramento alla bandiera e agli Usa che si fa ogni mattina nelle scuole americane, scriverò più avanti. (Citando un curioso caso di obiezione di coscienza...).
Ricordamelo!
:-)
Sul concetto di "nostra amata bandiera" non mi esprimo...
P.S.: Grazie di avermi segnalato l'errore, comunque!
Elimina...Quello che mi mette i brividi è il rigoroso assoluto impeccabile silenzio che pervade lo stadio o l'arena in quei pochi minuti. e se si osa fiatare ti "guardano male"!!!!....
RispondiEliminaSono una lettrice ATTENTA più che severa e che ama le parole che scrivi!
RispondiEliminaVeramante un bel post e un bel blog, complimenti. A parte Mom,che soddisfa questo mio bisogno, mi piacerebbe leggere nei blog degli italiani in Usa quanto è successo in Italia prima di partire per gli Usa, che percorso avete fatto, che ragionamenti avete fatto per arrivare alla decisione di fare questo passo e come è stato possibile realizzarlo.
RispondiEliminaSpero di non chiedere troppo. Complimenti ancora, ciao.
Qualcosa puoi già trovare, andando indietro.
EliminaSono due interviste, due chiacchierate, che ho fatto con chi è partito. Ho cercato di raggrupparle nella pagina "Dall'Italia noi siamo partiti", ma finora non sono riuscito... :-)
Sono la storia di Giordano e quella di Salvatore, il pizzaiolo.
Leggile!
Grazie per i complimenti, e grazie per avere letto...
ok, ottimo spunto per un post. Grazie!
RispondiEliminaGrazie a Dario e grazie a te Mom, che cmq qualcosa hai già scritto a proposito. Ma sono impaziente di leggere un post dedicato specificatamente a questo argomento. A presto
EliminaFatto. Non so se ti ho soddisfatto ma ci ho provato!
EliminaEcco la risposta:
Eliminahttp://ita2usa.blogspot.com/2012/02/sul-perche-e-sul-percome.html
vai a vedere ora: abbiamo aggiunto dettagli preziosi!!!
Elimina"Stars & Stripes": quel che non riusciremo mai a capire veramente dell'America (fin quando non ci vivremo, mi sa...)
RispondiEliminasemplice. gli americani sono molto patriottici
noi per colpa di chi tu sai, non lo siamo.
in usa la patria è sacra
in italia fino a 20anni fa scarsi dire patria, dire tricolore, cantare l'inno = fascismo
cristian