PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

venerdì 20 luglio 2012

Il testamento di Val

Val Patterson abitava a Salt Lake City, nello Utah, capitale dei cristiani mormoni.
Dubito proprio che Val sia stato un seguace della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Forse da bambino...
Per la verità non so nemmeno dirvi se fosse un buon cristiano o se fosse ateo. Ma tendo più verso questa ultima ipotesi.
Posso però assicurarvi che in gioventù, prima che la malattia se ne impadronisse, era un gran bell'uomo: alto, fisico asciutto, sguardo ottimista e sorridente, tipico americano.
Così, infatti, lo mostrano le foto che di lui ho trovato in rete. So che Val è stato dipinto da chi lo conosceva come "ricercatore attento, docente disponibile, marito esemplare".
Vedere le sue immagini fa stringere il cuore: eccolo con la sua giovane e bella moglie, in una foto di qualche anno fa mentre erano in vacanza ai Caraibi.
Eccolo qui, quando aveva appena iniziato la sua carriera di ricercatore, bellissimo con quel suo sguardo sognatore e un po' hippy, incantato a pensare, forse, al futuro...
Ed infine eccolo accanto alla moglie, in quella che è forse la sua ultima immagine in vita, con lui sorridente, anche se quel maledetto tumore gli stava portando via la gola.
E la vita.
Dieci giorni fa, il 10 luglio, Val si è arreso e ha chiuso gli occhi per sempre. 
Ma da tempo aveva già scritto il necrologio che aveva affidato al Salt Lake Tribune, il più importante quotidiano della città.
Un testamento, più che un necrologio.
O meglio, una confessione, più che un testamento.
Una confessione di 60 righe precise.

"Ho avuto una vita piena e divertente. 
E' stato un onore, per me, essere amico di alcune persone davvero grandi. Vi ringrazio.
E' stato bellissimo, per me, giocare con il mio cane, i miei gatti, i miei pappagalli.
Ho visitato tutti i luoghi che ho sempre desiderato vedere; 
ho fatto tutti i lavori che ho sempre desiderato avere: ho fatto lo scienziato, mi sono occupato di elettronica, di chimica, di fisica;
ho fatto il meccanico d'auto, il falegname, l'artista, l'inventore, l'uomo d'affari, l'attore comico dilettante; 
sono stato marito, fratello, figlio;
ho imparato tutto ciò che volevo imparare; 
e mangiato tutto quello che volevo mangiare".

Ma...

"Ma ci sono cose che non avrei dovuto fare e che ora debbono essere dette", scrive ad un certo punto, a sorpresa, nel necrologio.

Va indietro con gli anni, Val, a quando era poco più che un ragazzo, quando era così come nella foto qui sotto, con quel suo sguardo scanzonato e un po' strafottente.
E arriva a confessare ciò che in vita non aveva mai detto, ciò che non aveva mai osato dire a nessuno.

"Sono io quello che nel giugno del 1971 ha rubato la cassaforte del Drive Inn View Motor (un cinema "drive-in" di Riverdale, Utah, nda). Avrei potuto continuare a tacere, ma ora voglio togliermi un peso dal cuore".

Poi, la confessione che avrà sbalordito tutti i suoi amici ma soprattutto, certamente, i suoi colleghi d'università e i suoi studenti: 

"Ora posso dirlo: non ho il 'Ph.D', non sono 'ricercatore'. 
O meglio, lo sono diventato per un banale errore, e non mio. 
Accadde quando andai, un giorno, a pagare la rata del mio prestito da studente di college. Quel giorno mi accorsi che l'impiegata mise la mia ricevuta nella cartellina sbagliata e due settimane dopo mi sono trovato nella buca delle lettere il diploma di dottorato di ricerca. 
Non ho nemmeno preso la laurea, ho avuto solo 3 anni di crediti universitari. E confesso che allora non sapevo nemmeno cosa significassero le lettere 'Ph.D'. 
Mi spiace per tutti gli ingegneri elettronici con i quali ho lavorato in questi anni, anche se devo ammettere che i miei lavori sono stati sempre apprezzati. 
Però sono sempre riuscito a farli ridere, al lavoro". 

E' un fiume in piena, Val Patterson, proprio come se si trovasse di fronte al confessore sul letto di morte: "Devo chiedere scusa a quel ranger del Parco di Yellostowne che è stato licenziato per colpa mia: sono stato io a buttare quelle pietre dentro all'Old Faithful (il più famoso geyser del Parco, nda), anche se poi ho saputo che qualche anno dopo è riuscito a farsi reintegrare.
Chiedo poi alla direzione di Disneyland e del SeaWorld di San Diego di annullare il 'divieto di entrata a vita' che mi riguarda. Ora non sono più un problema, per voi. 
Io e i miei amici siamo cresciuti negli anni migliori per gli Stati Uniti: c'era la musica migliore, le auto migliori, la benzina a buon mercato. Cercate di capirmi, a quei tempi la tv era terribilmente noiosa e così cercavamo di divertirci vivendo una vita vera e senza nuocere agli altri".

Poi Val si rivolge alla moglie Mary Jane:

"Il mio rammarico è che mi sentivo invincibile quando, fin da giovane, ho iniziato a fumare e quando dopo, pur sapendo che le sigarette mi avrebbero fatto male, ho continuato a farlo. 
Alla mia amata Mary Jane ho rubato dieci anni della sua vita e ho impedito che potessimo invecchiare insieme e ridere di tutte quelle migliaia di cose semplici che hanno riempito il nostro matrimonio.
Il mio dolore è enorme, anche se so che è una inezia al confronto del dolore che mia moglie sente oggi, lei che si prende cura amorevolmente di me e che mi conforta".

"Mi sento un ladro per averle rubato così tanto..." 

"Sono felice che tu, caro lettore, sia arrivato a leggere fin qui questa mia lettera. 
La mia famiglia esaudirà i miei desideri: non voglio né funerale, né sepoltura. 
Se mi conosci, ricordami come vorrai.

E se vuoi vivere per sempre, allora non smettere mai di respirare.
Come invece ho fatto io". 


La cerimonia per ricordare la vita del ricercatore universitario Val Patterson si svolgerà domenica 22 luglio dalle 4 alle 6 del pomeriggio, presso la Starks Funeral Parlor di Salt Lake City, Utah: "Per volere di Val, siete pregati di presentarvi con abbigliamento casual".

Non conoscevo il dott. Val Patterson, ricercatore presso l'Università di Salt Lake City, Usa.
Ma, saputa la sua storia, mi è venuto istintivo raccontarla, dedicandogli un po' di spazio, ricordandolo con queste righe. 
Un po' come per mandargli un pensiero ed un sorriso.
Lungo 9250 chilometri.

© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

2 commenti:

  1. E' bellissima Dario. Fa ridere, fa piangere, mi fa ricordare mio papa' che se ne e' andato cosi', ma non si era goduto la vita in quel modo :D
    Ciao Val. Saro' da te con il cuore.

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  2. se non fosse che è una veloce autobiografia delle marachelle e non di una persona che stava per morire e che poi è deceduta
    ci sarebbe da farsi 4 sane risate e dire che questa persona è stata grandissima per quello che ha combinato sempre nello spirito goliardico e mai volgare od offensivo

    ma forse van ha scritto questi episodi della sua vita ed in questo modo proprio perchè chi avesse avuto, come noi grazie a te, la possibilità di leggere questo suo scritto si facesse una bella risata anzichè piangere della sua scomparsa

    ciao cristian

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