PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 16 aprile 2012

Enjoy your meal! (Buon appetito!)



E invece, al contrario di quanto qualche malfidata possa credere, io non amo il "Junk food" (il cosiddetto "cibo spazzatura") americano. In questo sono coerente dal punto di vista alimentare e meno curioso di quanto si possa credere.


Le mie frequenti permanenze negli Usa non mi hanno affatto sollecitato ad esplorare i lontani confini del gusto. 
Mi limito a gustare gli economicissimi hot dog per strada (anche se ormai non se ne trovano più ad un dollaro...) 
o a fare innocenti sperimentazioni, come consumare, ogni tanto, un "Chicken with pita", seppur opportunamente depurato di salse, salsine, mayo, insalata, cipolle, aglio e tutto il resto... 
Come si dice, "plain"...
Mi è capitato di mangiare più e più volte i gustosi panini all'aragosta di "Luke's" (un mito...) di cui conservo una preziosa tessera che dopo dieci acquisti ti permette di farne uno gratis.  

All'interno del locale, poi, un cartello sempre aggiornato indica quando (e dove) sono state pescate le aragoste che vengono servite nel corso di quel giorno...


In vena di sperimentazioni culinarie, poi, un giorno sono andato a cercare un locale specializzato in "dumpling", tipico "street food", cibo da strada, coreano. Si tratta di simil ravioli dei nostri ristoranti cinesi che vengono fatti a mano davanti ai propri occhi dopo l'ordinazione, ma con un assortimento di ripieni sorprendente.
Personalmente posso dire di avere assaggiato quelli di pollo, di gamberi, di pesce, di maiale, cotti taluni al vapore, tal altri alla piastra.
Ma ce n'erano anche una lunga serie di vegetariani, che ho educatamente rifiutato (troppo salutisti, santo cielo!)
In quel periodo di mia sorprendente curiosità culinaria, posso dire con orgoglio di aver assaggiato anche la cucina "uzbeka", della quale a New York ci sono vari ristorantini. Ho evitato il "plov" (del riso vado pazzo, ma l'accostamento con una quantità industriale di spezie, unitamente a uva passa e mele cotogne, se non ricordo male, mi hanno indotto alla prudenza...).  Con un coraggio inusitato e fors'anche spinto da una gigantesca fame, ho mangiato lo "shashlyk", una specie di kebab di carne di montone cucinato ovviamente allo spiedo. In un'altra occasione, invece, confesso di essermi spinto financo ad assaggiare la carne di cammello. Non posso dire d'aver notato grande differenza...

Nel periodo "dietetico" della mia permanenza newyorkese (ma camminavo almeno 4 o 5 ore al giorno, suvvia!) ho raggiunto, dopo averne annotato l'indirizzo prima di partire, anche "Pommes Frites", un piccolo bugigattolo dell'East Village specializzato - come si può facilmente evincere dal nome - in patatine fritte cotte "alla francese" (o secondo loro "alla belga", non ricordo...).
La particolarità è che le patate, di tipo diverso e tagliate assai spesse, vengono fritte due volte nel lardo a due temperature differenti; cosicché, dopo la seconda cottura, rimangono morbide dentro e croccantissime fuori. 
A richiesta vengono servite unitamente ad una o più delle venti salsine disponibili.
Caldamente consigliato da dietologi.

Ciò per ribadire, ancora una volta, che negli Stati Uniti non ci si può limitare a mangiare soltanto nei Mc Donald's...

Ammetto, però, di adorare gli Stati Uniti per i suoi eccessi, anche culinari. Le ultime novità in fatto di "Junk food", di "cibo spazzatura", attirano sempre la mia curiosità. Anzi, mi fanno letteralmente impazzire, poiché gli americani - soprattutto in questo campo - sanno osare, raggiungendo confini a noi davvero sconosciuti.

L'ultima notizia in argomento che ha attirato la mia attenzione è proprio di questi giorni e riguarda la nuova proposta di Burger King, che evidentemente - dopo la svolta moderatamente salutista di Mc Donald's, che nei suoi menù ha introdotto insalate e frutta - cerca di catturare la clientela del concorrente delusa dal nuovo corso superandolo a colpi di grassi saturi e calorie. 

L'ultima novità di Burger King, insomma, si chiama "Bacon Sundae". Gli amanti del settore sanno che il "sundae" è un gelato alla crema; e a questo punto non ci vuole molto a capire di cosa stiamo parlando.
E' esattamente ciò che avete intuito: trattasi infatti di gelato alla crema, guarnito da tracce di caramello e cioccolato unitamente, appunto, ad una striscia di croccante bacon, ovviamente salato...
Un accostamento decisamente ardito che però possono (per ora) solo gustare i clienti Burger King di Nashville. Dipende dunque dalla loro "risposta", se prima o poi il "Bacon Sundae" si diffonderà altrove...

Ma se siete pronti ad esplorare confini ignoti e a sottoporre le vostre papille gustative alle esperienze più estreme, gli Usa sono il Paese perfetto per voi.
A questo ho dedicato numerose pagine del libro che ho scritto, e in attesa di un editore interessato a pubblicarlo (ribadisco, qualcuno ne conosce uno serio?).
Dunque, proprio mentre nei ristoranti Mc Donald's comparivano insalate e mele a fette, Burger King rilanciava osando l'inosabile. Nel menù della catena, infatti, da qualche anno oltre ai panini normali, si può trovare anche l'"Enormous Omelet Sandwich", il cui programma è tutto nel nome: "Enorme panino alla frittata". E se lo dicono gli americani...

Visto così può anche suscitare una certa "simpatia" alla vostra gola (e al vostro stomaco), ma in realtà si tratta di un terrificante ammasso di grassi e colesterolo. 
La pagnotta morbida al sesamo - lunga quanto la mano di un uomo adulto - racchiude infatti due omelette, una salsiccia aperta cotta alla piastra, tre fette di bacon, due fette di formaggio fuso, maionese in abbondanza, pomodoro e insalata. Giusto per dare un tocco di "salutismo".
Più di due etti e mezzo di panino (266 grammi, per la precisione), 730 calorie, 45 grammi di grassi, 17 grammi di grassi saturi, 44 grammi di carboidrati, 37 grammi di proteine, e 330 grammi di colesterolo. Si tratta, in un sol colpo, del 140% di colesterolo quotidiano mediamente raccomandato per una persona. 
Solo 3 dollari e 29 cent.
Un grande successo: solo il primo giorno di "Enormous Omelet Sandwich" in tutti gli Usa ne sono stati venduti 750mila... 

Niente, però, in confronto a ciò che ha iniziato ad offrire un giorno un ristorante fast food di Chandler, in Arizona.
Le dipendenti (tutte magre, loro...) sono vestite da "infermiere", modello "sexy film italiano" anni '70. Da infermiere perché  il locale si chiama proprio "Heart Attack Grill", "Grill da attacco di cuore"
E non certo perché i clienti che vi entrano sono colpiti da inatteso innamoramento...

L'idea è venuta in mente a tal Jon Basso, mancato medico nutrizionista, manco a dirlo di origini italiane. 
Lui, al grido di “perché martirizzare chi non ha assolutamente intenzione di mettere in discussione il proprio stile di vita? Basta con i sensi di colpa!”, nel 2005 ha ideato e lanciato questo ristorante - che ora ha anche una "succursale" a Las Vegas - al cui ingresso c'è (appunto) scritto in grande evidenza e a caratteri cubitali “Caution! The establishment is bad for your health!”, “Attenzione! Questo esercizio è dannoso per la tua salute!”.
"Siamo forse l'unico ristorante al mondo  onesto con i propri clienti", ha detto Jon Basso. E non si può negare che non sia sincero...
I piatti sono quattro, e si tratta soltanto di burger (serviti con una abbondante dose di patatine...): c'è il "Single Bypass Burger", il "Double", il "Triple" e il "piatto forte", il suo capolavoro, il "Quadruple Bypass Burger".
Se non riuscite ad immaginare un panino alto quasi 20 centimetri, con quattro hamburger alternati a otto strati di due formaggi diversi, fra abbondante cipolla, pomodoro fresco e bacon, il tutto tenuto insieme da abbondante maionese e mostarda, ecco qui una foto in primo piano.
   
Insalata? Solo una foglia: quello è cibo da stomaci troppo delicati! In rete ho trovato anche una descrizione dettagliata - strato per strato - del contenuto...
Le inservienti, come già detto, sono tutte magre, carine e sempre sorridenti. Come questa che, orgogliosa, espone all'obiettivo di una macchina fotografica il secondogenito: il "Triple"...
"Serviamo lo stesso tipo di cibo degli altri fast food, solo che avvisiamo preventivamente i nostri clienti. Siamo davvero una clinica della cattiva alimentazione!”, afferma Jon Basso, che gira con un camice da medico e lo stetoscopio al collo.
Come tutte le dipendenti dell’“Heart Attack Grill”, che vestono ridottissime uniformi da infermiera. Un divertente paradosso, per Jon Basso, visto il cibo davvero "da infarto" che il suo ristorante offre. 

All’ingresso, i clienti vengono accolti dalle graziose cameriere/infermiere (che date le loro misure da pin up si guardano ben, evidentemente, dal pasteggiare con il cibo che offrono). Queste, prima di far accomodare ai tavoli quelli che loro chiamano “pazienti”, aiutano i clienti ad indossare un camice ospedaliero (facoltativo) per poi concentrarsi sulle ordinazioni che compilano su un “simil ricettario”. 
Nel locale c’è anche una bilancia: che, in linea con la filosofia del posto, non serve tanto per indurre alla moderazione, quanto per verificare chi pesa più di 160 chili. 
Che in questo caso qui ha diritto a mangiare gratis.
Tanto, "manca poco"... 

E infatti, sempre all'ingresso, altro cartello: "SOLO CONTANTI. Perché potreste sempre morire prima che noi si riesca ad incassare l'assegno"!

Buon appettito!
Anzi, "Enjoy your meal!".


P.S.: L'ho scritto sotto il titolo: "Non mettetemi alle strette! Sono solo canzonette", in fondo...
:-)

© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

9 commenti:

  1. Fantastico! e dire che qui ci sono solo dumplings e baozi e healthy street food! magari una volta quelle patate ri-fritte non fanno malissimo...

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  2. Io sono sopravvissuto benissimo!!
    (Certo non sono state il massimo della leggerezza...)
    :-)


    d.

    P.S.: Benvenuta!
    Nientepopodimeno che dalla Cina...

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  3. ...ti dirò che questo post mi è proprio piaciuto...
    forse perché da dannata maniaca della linea io mi auto censuro quando sono in prossimità di fast food e correlate schifezze, eppure vorrei darmi alla pazza gioia, strafogandomi (quantomeno...) di doppi cheeseburger come se piovesse... invece mi limito ad una super piadina settimanale... e nemmno da lontanissimo lo vedo il sundee con la pancetta...

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    1. Suvvia, un po' di trasgressione! (Solo un po'!)
      E poi a New York si cammina tantissimo e si bruciano un sacco di calorie...

      Grazie della lettura!
      E stay tuned!

      d.

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  4. ahah! Che articolo interessante! Che stile che hai! :) Un nuovo lato del Nuovo Continente..xD Sono schifata e tentata e ti faccio tanti complimenti! Un bacione!

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    1. Grazie dei complimenti!
      (Effettivamente, quei panini - soprattutto il "Triple" e il "Quadruple" fanno un po' senso... Giuro che non li ho provati, però!)
      :-)

      d.

      P.S.: Benvenuta!

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  5. Il Burger Sundae piacerebbe tanto a mia figlia che puccia i wurstel nella cioccolata calda...

    Comunque: da quando siamo qui apprezzo tanto ma tanto di più anche una semplice pastasciutta in bianco!!!

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  6. Eh eh eh...
    Immagino che si rimpianga (un po') la semplicità della pasta o del riso in bianco!

    (simpatica tua figlia!!)

    :-)

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  7. nel vio viaggio se mai riuscirò a farlo negli usa il mio fegato mi sa che si ribellerebbe. adoro i cibi che hai descritto

    ma anche qui caro Dario devo farti un'altra "ramanzina" parlando di locali citi il fast food di Chandler, in Arizona.
    "Le dipendenti (tutte magre, loro...) sono vestite da "infermiere", modello "sexy film italiano" anni '70. Da infermiere perché il locale si chiama proprio "Heart Attack Grill", "Grill da attacco di cuore".
    E non certo perché i clienti che vi entrano sono colpiti da inatteso innamoramento..."

    anche qui mai visto i film usa dove parlano di hooters? e delle hooters girls?

    ciao cristian

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