PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

venerdì 17 luglio 2015

Cosa c'è da vedere...

Ho reagito d'istinto.

Mi è capitato di leggere le righe di una persona che chiedeva consiglio su "cosa ci fosse da vedere" nel tragitto fra il Parco di Yellowstone e il Mount Rushmore.
"Perché è una tratta piuttosto lunga e se dovesse saltare Bonneville potremmo dimezzare le tratte e vedere qualcosa nel tragitto".

Lo so: ognuno ha i suoi gusti, ognuno ha "la sua America".
Ma confesso che quando ho letto la domanda ho avuto un fremito (e sì che era mattino e mi ero appena svegliato!).
Un vero e proprio sussulto.

Come sarebbe, "cosa c'è da vedere"???

C'è da "vivere la strada".
Strade che ti concedono di entrare in spazi immensi. 


Immense ed incontaminate praterie dove mandrie di bisonti liberi pascolano pigre.

O dove puoi incrociare gruppi di cavalli selvaggi, discendenti dei Mustang portati dall'Europa dai primi pionieri nel '700 e nell'800, negli anni scappati da qualche allevamento.

Cavalli selvaggi ora diventati "specie protetta" e che a pieno diritto galoppano liberi fra uno Stato e l'altro dell'Ovest americano.
(Fra le incazzature dei coltivatori...).


C'è da vedere un cielo immenso, che non ha fine.
Un cielo immenso che sembra dipinto.
Un cielo attraversato da strade dove non passa nessuno
Tranne tu e la tua auto.

Strade che ti invitano ad andare forte, sempre più forte. Per raggiungere l'orizzonte, un qualsiasi orizzonte.
Ma che, nello stesso tempo, ti chiedono di ad andare piano, per ammirare con calma quel fantastico nulla che hai intorno. 

Strade che fanno sentire liberi come non mai.
Strade dove quando ti fermi, magari per fare un foto, automobilisti sconosciuti si fermano e ti chiedono se"hai bisogno di aiuto", se per caso "hai bisogno di benzina"...
"Do you need the gaaas???"


Strade percorse dai nuovi cowboy, che da est a ovest o da nord a sud corrono sui loro tir con tre rimorchi...



E allora, aspetta.
Aspetta e fermati.

Fermati e spegni il motore.

Fermati in una piazzola qualunque e guardati attorno.
Guarda e respira.

Respira e ascolta.

Ascolta il "rumore del silenzio"
Il rumore del cuore dell'America. E respiralo a pieni polmoni.



Guarda quell'aria trasparente.
Guarda fin dove il tuo sguardo riesce ad arrivare... 


Ci sono da guardare le aquile che volano sopra di te, incuranti di tutto.
Guarda i cerchi che fanno nel cielo.

E c'è da vedere quel cielo, il più grande cielo che c'è sul pianeta Terra.

"The big sky", così come dice il motto del Montana.


C'è da conoscere il gestore del drugstore con pompa di benzina che incontrerai dopo 400 chilometri di strada dritta e deserta.
Quell'uomo che ti sorriderà e ti chiederà tutto contento "Ehi, amico, da dove vieni?".
Perché in America tutti sono arrivati da altrove.

Là dove tutto sembra (tutto è!) lontano: Washington, la politica, il resto del mondo...

E c'è da vedere il suo stupore, la sua infantile meraviglia, quando sentirà che vieni dall'Europa, dall'Italia.


"Italy? Europe?? But really???"
Ma davvero??
(A Roma direbbero "Ma che, davero??").



C'è da sentirsi liberi a ripartire per percorrere altre ore (e ore...) di auto in mezzo a cotanta meraviglia, con il motore che galoppa placido e l'autoradio che sembra dare il ritmo alle ruote, radio bloccata su qualche stazione Country.

Scivolando su strade che tagliano praterie, montagne...

E poi ancora pianure e montagne...


Ci sono da salutare i camionisti (e che rispondono sempre con le loro trombe!);

i motociclisti in Harley che sorpassi...


Moderni cowboy che dopo galoppate di centinaia e centinaia 
di chilometri si dovranno pur riposare un po', no?



 
Perché poi devono ripartire.


E poi ancora ripartire...
C'è da fermarsi solo quando si è davvero stanchi, quando tutta quella meraviglia che hai respirato, ingoiato, ti costringe a riposarti.
Fermarsi in uno di quei motel a un solo piano, con quei bellissimi nomi al neon colorato: "Frontier Cabins", "Sturdast Motel", "Silver Dollar Motel", "Rocket Motel"...


Quei motel dove prima di dormire leggi, a letto, qualche riga di "On the road" di Jack Karouac, e dove chiuderai gli occhi sorridendo, con le parole di quel dialogo che ti rimbomberanno in testa per tutta la vita:

"Sal, dobbiamo andare e non fermarci più finché non arriviamo...

- Per andare dove, amico?

Non lo so, ma dobbiamo andare...".


Quei motel dove la sera prima hai parcheggiato l'auto davanti alla tua camera, perché così, l'indomani, fosse pronta a ripartire dopo una notte di riposo.

Per una nuova, lunghissima cavalcata. 



E quando al mattino riparti, sai benissimo che la vita quotidiana è altro.
Ma intanto non ci vuoi, giustamente, pensare.

C'è da fare una robusta colazione insieme a farmers della zona, a qualche pensionato in viaggio (quanto viaggiano i pensionati americani!!), insieme ai camionisti di passaggio che alle otto del mattino sbranano una bistecca, e ai poliziotti di pattuglia, che ti salutano sfiorando con l'indice e il medio della mano destra il loro cappello da cowboy.

C'è da rispondere al saluto della cameriera che lavora lì da una vita, e che ti accoglie con un bellissimo "What do you want, honey?", "Cosa desideri, dolcezza?".

Che quando sente che arrivi dall'Italia sgrana gli occhi e sogna.
E che allora ti porta un piatto più grande degli altri, quasi come se dall'Italia ci fossi arrivato a piedi, un piatto capace di nutrirti fino a sera...

C'è da rimanere senza parole quando scopri che il tuo vicino di tavolo con il quale avevi scambiato tre parole messe in croce, contento di aver parlato con un italiano ("Italian? Very italian? Really???") ti ha pagato il conto senza che tu te ne accorgessi.

E senza poterlo ringraziare, perché ormai, chissà in quale altro angolo d'America sarà...

C'è da rimanere sbalorditi ad ogni angolo, in America.
Sbalorditi dalla potenza della natura, rispettata da tutti.


E sbalorditi anche dalle piccole cose.

Come quando sono restato paralizzato vedendo in una cittadina qualunque un cartello stradale come questo.

Che ti dice di essere prudente, di fare più attenzione, perché in quella zona vive una persona non vedente.
Non credevo ai miei occhi, e allora ho fermato l'auto, sono sceso e l'ho fotografato, quel cartello.
Quel simbolo di grande civiltà.
Inimmaginabile, in Italia... 


Oh sì, prima di esserci stato, non avevo proprio capito niente dell'America...

E poi c'è da scoprire la bellezza di come ci si sente bene ad essere lontani.
Senza giornali, senza telegiornali, senza l'Italia dalle notizie sempre uguali.

Da anni.
Da decenni.

Lontani dalla vecchia, litigiosa, Europa.
Dalla nostra Italia piena di Storia, sì. Ma di Storia trascurata.

Lontani dal nostro bellissimo Paese perduto.


Ecco cosa c'è da vedere, là, nell'Ovest americano.





© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

31 commenti:

  1. Bravo Dario, hai colpito in pieno!
    Cosa c'è di meglio che perdersi in mezzo a dei piccoli gioiellini di cui nessuno sa l'esistenza? Quella è la vera America!!

    Rita

    RispondiElimina
  2. Ho fatto quello stesso tragitto all'inizio di giugno, 6 ore di guida nel niente assoluto...uno spettacolo meraviglioso!! E quando dico niente, dico proprio niente...il Wyoming ha 500.000 abitanti distribuiti in una superficie non molto piu' piccolo dell'Italia!

    RispondiElimina
  3. Grande Post e Grande Blogger!
    Hai descritto alla perfezione l' essenza del viaggio On The Road!
    Che malinconia....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie dei complimenti!
      Malinconia? E perché non ne organizzate un altro, di viaggio?

      Grazie per essere passati da qui!

      d.

      Elimina
  4. E’ vero, qualcuno ci guarda un po’ meravigliato, quando dico che, pur essendo stato due volte a NY, non abbiamo visitato nessun ‘MUSEO’! E l’unico che abbiamo visitato a Washington è stato il National Air & Space Museum e, a Filadelfia, l’Independence Hall! Ma a noi ci piace stare in mezzo alla strada, per le strade, soprattutto in macchina (a piedi, oltre a stancarti, vedi molto meno), girovagare avendo un programma di minima da rispettare, ma che, eventualmente, ci fornisce un alibi per poter dire: “ci dobbiamo tornare” se non lo abbiamo rispettato! Ed effettivamente abbiamo provato tutte quelle sensazioni che hai, come sempre, descritto in modo “coinvolgente”; sei capace di rinnovare il desiderio, tenuto incatenato a fatica, di ripartire per rispettare, questa volta, il famoso programma di minima. Dario, non è corretto, da parte tua, risvegliare certe voglie…..però continua così! E grazie.

    RispondiElimina
  5. E' tutto così stupendo, gli spazi aperti, la natura selvaggia, la libertà, la solitudine (certo, viverla solo un pochino ogni tanto, altrimenti non la puoi reggere).
    Ma a me la strada deserta fa un po' paura. Scusa se ti riporto coi piedi per terra, ma quanto è pericolosa una strada così? Un malintenzionato fa di te quello che vuole in mezzo a quel nulla.

    RispondiElimina
  6. Wow! e meno male che non c'è nulla da vedere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :-)
      E già!!

      Speranzah, fatti un giro per il blog.
      C'è molto altro!

      Ciao!


      d.

      Elimina
  7. Che voglia di partire, di vedere, di ascoltare il silenzio

    RispondiElimina
  8. un giorno farò il coast to coast

    ciao cristian

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, Cristian!
      Ritengo che il "coast to coast sia un viaggio da non fare alla prima esperienza negli Usa: rischi anche di annoiarti un po'.
      Hai presente cosa vuol dire passare magari tre giorni interi a passare in mezzo a campi di grano senza vedere nient'altro?

      Grazie per essere passato da qui, Cristian!


      d.

      Elimina
  9. Confermo ogni parola,

    E poi c'è da scoprire la bellezza di come ci si sente bene ad essere lontani.
    Senza giornali, senza telegiornali, sempre con le stesse notizie.

    Da anni.
    Da decenni.

    Lontani dalla vecchia, litigiosa, Europa.

    E lontani dall'Italia.
    Dalla nostra Italia piena di Storia trascurata.

    Lontani dall'Italia.
    Paese perduto.


    Ecco cosa c'è da vedere, là, nell'Ovest americano.

    Vacanzeinamerica.it

    RispondiElimina
  10. Simpatico pezzo, ma un po' troppe le licenze poetiche.

    " Very Italian ??? Really?? " è inglese un po' improbabile e " very " maccheronico.

    Il tuo amico Paolo

    RispondiElimina
  11. Bravo Dario,
    bella descrizione di una nazione che raccoglie fra i più bei paesaggi del pianeta, beh cosa c'è da vedere? Io risponderei tutto...e così BELLA l'America che si fa fatica a non restare incantati da tutto quello che è America. Sia che tu sia in una citta come NY che in una citta come Great Falls (MONTANA)...non basterebbe una vita per girarla tutta e godere di quei panorami che gli USA sanno offrire. Danilo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, Danilo!
      E grazie per essere passato da qui!
      E gira un po' su Aria Fritta...


      d.

      Elimina
  12. Stesse meravigliose sensazioni che ho provato anni fa percorrendo in autobus circa 9.000 km (due gite di 15 giorni organizzate dalla società dove lavorava mia moglie) per visitare i favolosi parchi del west e midwest americano. Tanta tanta nostalgia!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già: sono strade, montagne, pianure, paesaggi che ti entrano nel cuore.
      E non sai perché.

      Grazie per essere passato da qui!
      Fatti altri giretti fra queste pagine, amico lettore...


      d.

      Elimina
  13. Dopo aver visitato New York, Miami e sud della Florida ho viaggiato on the road da San Francisco a San Diego. Certo non è stato proprio l' "on the road" da te descritto, perchè è un viaggio a tappe tra le grandi città californiane, ma le sensazioni di libertà sono le medesime. Quando sulla CA-1 ti ritrovi a guidare per centinaia di chilometri dove ad ovest hai l'Oceano Pacifico e ad est spazi immensi alternati a boschi e ogni tanto (molto spesso) ti fermi nei "vista point" per scattare foto panoramiche.
    Ricordo ancora le lacrime di mia moglie quando il giorno prima di partire eravamo in macchina al tramonto, proprio il titpico Sunset Californiano, e l'autoradio mandava le note di Hotel California degli Eagles. Al solo ricordo mi vengono i brividi.
    Grazie per i tuoi racconti/consigli.
    Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Paolo,
      devono farlo apposta, i dj delle radio californiane: perché anche a me, una volta, mentre percorrevo gli ultimi chilometri in auto prima del ritorno in Europa, è capitato di ascoltare "Hotel California".
      E anche a me è capitato di ascoltarla in silenzio, con le mani aggrappate al volante.
      E con le lacrime agli occhi...

      Grazie a te per essere passato da qui.
      A proposito: facciamo un bel giretto insieme qui?
      Leggi qua:
      http://dariocelli.blogspot.it/2014/11/e-la-possibilita-di-trovarsi-in-mezzo.html

      A presto, amico!

      d.

      Elimina
  14. Ho rifatto volentieri un giro sulla "tua US-83" come faccio spesso in altri luoghi dei "tuoi States".

    RispondiElimina
  15. Dario... Sono Angela ( quella dei dubbi, ricordi?). Prima o poi ti denuncerò per "istigazione all'espatrio"! Intanto aspetto ottobre per provare nuovamente con la lotteria... Grazie per i tuoi racconti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu hai poco da denunciare! Hai mezza Green Card in tasca!
      ;-)
      Grazie a te, invece, per essere nella comunità di Aria Fritta!

      d.

      Elimina
  16. Mi sono commossa.
    Una bellissima sensazione di familiarità.
    Il silenzio della bellezza che, quando sai ascoltarlo, è la musica più struggente e, al tempo stesso, più rinfrancante che esista ❤
    E pensare che in diversi Mi hanno chiesto "che ci fai 12 giorni a New York, vai almeno alle cascate del Niagara".....
    Bellissimo post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le tue parole mi fanno immensamente piacere!
      Grazie, Ester...

      d.

      Elimina